martedì 10 novembre 2009

GIU' LE MANI DAL CROCIFISSO!

appesi ai Crocefissi nuovo
Inserito da Gianluca Valpondi il Sab, 11/07/2009 - 04:09.

Quei muri appesi ai Crocefissi…
Posted: 05 Nov 2009 01:46 PM PST
Gesù è stato giudicato – duemila anni fa – dalle varie magistrature del suo tempo. E sappiamo cosa decise la “giustizia” di allora.
Oggi la Corte europea di Strasburgo ha emesso una sentenza secondo cui lasciare esposta nelle scuole la raffigurazione di quell’Innocente massacrato dalla “giustizia umana” viola la libertà religiosa.
E’ stato notato che semmai il crocifisso ricorda a tutti che cosa è la giustizia umana e cosa è il potere ed è quindi un grande simbolo di laicità (sì, proprio laicità) e di libertà (viene da chiedersi se gli antichi giudici di Gesù sarebbero contenti o scontenti che una sentenza di oggi cancelli l’immagine di quel loro “errore giudiziario” o meglio di quella loro orrenda ingiustizia).
Ma discutiamo pacatamente le ragioni della sentenza di oggi: il crocifisso nelle aule, dicono i giudici, costituisce “una violazione del diritto dei genitori a educare i figli secondo le loro convinzioni” e una violazione alla “libertà di religione degli alunni”.
Per quanto riguarda la prima ragione obietto che quel diritto dei genitori è piuttosto leso da legislazioni stataliste che non riconoscono la libertà di educazione e che magari usano la scuola pubblica per indottrinamenti ideologici.
La seconda ragione è ancor più assurda. Il crocifisso sul muro non impone niente a nessuno, ma è il simbolo della nostra storia. Una sentenza simile va bocciata anzitutto per mancanza di senso storico, cioè di consapevolezza culturale, questione dirimente visto che si parla di scuole. Pare ignara di cosa sia la storia e la cultura del nostro popolo.
Per coerenza i giudici dovrebbero far cancellare anche le feste scolastiche di Natale (due settimane) e di Pasqua (una settimana), perché violerebbero la libertà religiosa.
Stando a questa sentenza, l’esistenza stessa della nostra tradizione bimillenaria e la fede del nostro popolo (che al 90 per cento sceglie volontariamente l’ora di religione cattolica) sono di per sé un “attentato” alla libertà altrui.
I giudici di Strasburgo dovrebbero esigere la cancellazione dai programmi scolastici di gran parte della storia dell’arte e dell’architettura, di fondamenti della letteratura come Dante (su cui peraltro si basa la lingua italiana: cancellata anche questa?) o Manzoni, di gran parte del programma di storia, di interi repertori di musica classica e di tanta parte del programma di filosofia.
Infatti tutta la nostra cultura è così intrisa di cristianesimo che doverla studiare a scuola dovrebbe essere considerato – stando a quei giudici – un attentato alla libertà religiosa. In lingua ebraica le lettere della parola “italia” significano “isola della rugiada divina”: vogliamo cancellare anche il nome della nostra patria per non offendere gli atei? E l’Inno nazionale che richiama a Dio?
Perfino lo stradario delle nostre città (Piazza del Duomo, via San Giacomo, piazza San Francesco) va stravolto? Addirittura l’aspetto (che tanto amiamo) delle vigne e delle colline umbre e toscane – come spiegava Franco Rodano – è dovuto alla storia cristiana e ad un certo senso cattolico del lavoro della terra: vogliamo cancellare anche quelle?
Ma non solo. Come suggerisce Alfredo Mantovano, “se un crocifisso in un’aula di scuola è causa di turbamento e di discriminazione, ancora di più il Duomo che ‘incombe’ su Milano o la Santa Casa di Loreto, che tutti vedono dall’autostrada Bologna-Taranto: la Corte europea dei diritti dell’uomo disporrà l’abbattimento di entrambi?”
Signori giudici, si deve disporre un vasto piano di demolizioni, di cui peraltro dovrebbero far parte pure gli ospedali e le università (a cominciare da quella di Oxford) perlopiù nati proprio dal seno della Chiesa?
Infine (spazzata via la Magna Charta, san Tommaso e la grande Scuola di Salamanca) si dovrebbero demolire pure la democrazia e gli stessi diritti dell’uomo (a cominciare dalla Corte di Strasburgo) letteralmente partoriti e legittimati (con il diritto internazionale) dal pensiero teologico cattolico e dalla storia cristiana?
La stessa Costituzione italiana – fondata sulle nozioni di “persona umana” e di “corpi intermedi” (le comunità che stanno fra individui e Stato) – è intrisa di pensiero cattolico. Cancelliamo anche quella come un attentato alla libertà di chi non è cattolico?
E l’Europa? L’esistenza stessa dell’Europa si deve alla storia cristiana, se non altro perché senza il Papa e i re cristiani prima sui Pirenei, poi a Lepanto e a Vienna, l’Europa sarebbe stata spazzata via diventando un califfato islamico.
Direte che esagero a legare al crocifisso tutto questo. Ma c’è una controprova storica. Infatti sono stati i due mostri del Novecento – nazismo e comunismo – a tentare anzitutto di spazzare via i crocifissi dalle aule scolastiche e dalla storia europea.
Odiavano l’innocente Figlio di Dio massacrato sulla croce, furono sanguinari persecutori della Chiesa e del popolo ebraico (i due popoli di Gesù) che martirizzarono in ogni modo e furono nemici assoluti (e devastatori) della democrazia e dei diritti dell’uomo (oltreché della cultura cristiana dell’Europa e della civiltà).
Il nazismo appena salito al potere scatenò la cosiddetta “guerra dei crocefissi” con la quale tentò di far togliere dalle mura delle scuole germaniche l’immagine di Gesù crocifisso.
Non sopportavano quell’ebreo, il figlio di Maria, e volevano soppiantare la croce del Figlio di Dio, con quella uncinata, il simbolo esoterico dei loro dèi del sangue e della forza. Lo stesso fece il comunismo che tentò di sradicare Cristo dalla storia stessa.
Se le moderne istituzioni democratiche europee si fondano sulla sconfitta dei totalitarismi del Novecento, non spetterebbe anche alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo considerare che la tragedia del Novecento è stata provocata da ideologie che odiavano il crocifisso (e tentarono di sradicarlo) e che i loro milioni di vittime si ritrovano significate proprio dal Crocifisso?
Non a caso è stata una scrittrice ebrea, Natalia Ginzburg, a prendere le difese del crocifisso quando – negli anni Ottanta – vi fu un altro tentativo di cancellarlo dalle aule: “Non togliete quel crocifisso” fu il titolo del suo articolo.
Scriveva:
“il crocifisso non genera nessuna discriminazione. Tace. E’ l’immagine della rivoluzione cristiana, che ha sparso per il mondo l’idea dell’uguaglianza fra gli uomini fino allora assente. La rivoluzione cristiana ha cambiato il mondo. Vogliamo forse negare che ha cambiato il mondo? (…) Dicono che da un crocifisso appeso al muro, in classe, possono sentirsi offesi gli scolari ebrei. Perché mai dovrebbero sentirsene offesi gli ebrei? Cristo non era forse un ebreo e un perseguitato, e non è forse morto nel martirio, come è accaduto a milioni di ebrei nei lager? Il crocifisso è il segno del dolore umano”.
La Ginzburg proseguiva:
“Non conosco altri segni che diano con tanta forza il senso del nostro umano destino. Il crocifisso fa parte della storia del mondo… prima di Cristo nessuno aveva mai detto che gli uomini sono uguali e fratelli tutti, ricchi e poveri, credenti e non credenti, ebrei e non ebrei e neri e bianchi, e nessuno prima di lui aveva detto che nel centro della nostra esistenza dobbiamo situare la solidarietà fra gli uomini… A me sembra un bene che i ragazzi, i bambini, lo sappiano fin dai banchi della scuola”.
Con tutto il rispetto auspichiamo che pure i giudici lo apprendano. “Il crocifisso fa parte della storia del mondo”, scrive la Ginzburg.
Infine il crocifisso è il più grande esorcismo contro il Male. Infatti non è il crocifisso ad aver bisogno di stare sui nostri muri, ma il contrario. Come dice un verso di una canzone di Gianna Nannini: “Questi muri appesi ai crocifissi…”. Letteralmente crolla tutto senza di lui, tutti noi siamo in pericolo.
Antonio Socci
Da Libero, 4 novembre 2009
Cari amici,
gli avvenimenti di questi giorni ci riconducono al centro del messaggio cristiano di salvezza. Per quanto negativi, possono darci uno scossone salutare.
Innanzi tutto dobbiamo mettere la croce al centro della nostra vita, perchè è da essa che viene la salvezza del mondo. Dobbiamo adorarla, amarla, abbracciarla. Senza accogliere la croce non possiamo salvarci.
L'impero delle tenebre odia la croce, perchè da essa è stato sconfitto. Non dobbiamo meravigliarci se esistono i nemici della croce che, con falsi pretesti, vogliono espellerla dal mondo. Essi però non possono nulla se noi la teniamo ben stretta alla nostra vita.
Combattiamo la buona battaglia in difesa della croce. Dobbiamo non solo viverla, ma anche renderla visibile, perchè gli uomini, compresi quelli che la combattono, ne hanno bisogno per non perdersi.
Mettiamo la croce nelle nostre case, nelle nostre stanze e su di noi, come segno di fede, di gratitudine e di salvezza. Mettiamola ovunque possibile, perché la croce è il più grande esorcismo di cui il mondo ha bisogno.
Ripetiamo durante questa settimana questa bella invocazione: "Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo, perchè con la tua santa croce hai redento il mondo".
Vostro Padre Livio (direttore di Radio Maria)

martedì 28 luglio 2009

COME DIFENDERSI DAL “CAROVITA”

Il carovita è ormai un'emergenza quotidiana. Non c'è giorno che non sia accompagnato dalla notizia di nuovi aumenti e dalla denuncia di speculazioni, furbizie e ricarichi a due cifre ad opera dei vari attori della filiera.
Nel contempo, però, siamo convinti di dover intensificare la nosstra attività di educazione ed informazione dei cittadini perchè ciascuno di noi può attuare comportamenti utili ad autodifendersi negli acquisti quotidiani.
1. Andare a fare la spesa con un elenco ben preciso di prodotti da comprare.
2. Diversificare gli acquisti tra il mercato, supermercati e hard-discount (dove ad esempio i detersivi per la casa costano tra il 50 e il 60% in meno così come lacarta igienica o lacarta da cucina, mentre frutta e verdura acquistati ai mercati rionali costano meno, soprattutto a fine mattinata, quando i negozianti temono l'invenduto).
3. Al supermercato le confezioni più convenienti sono sempre le più grandi.
4. Non farsi condizionare dalle marche famose. Spesso i prodotti con loghi sconosciuti costano meno e sono altrettanto buoni.
5. Non fermarsi ad acquistare prodotti posizionati sugli scaffali centrali. I prodotti più convenienti sono sistemati in basso (sono generalmente quelli con il cartellino “primo prezzo”).
6. Approfittare delle offerte promozionali ma controllare sempre il prezzo al chilo e fare confronti anche con prodotti non in offerta.
7. Prima di acquistare un prodotto in offerta controllare sempre la data di scadenza.
8. Leggere semprecon attenzione le etichette: non farsi abbagliare da packging accattivanti, ma a volte poco sinceri. Attenzione agli asterischi.
9. Salumi e formaggi venduti al taglio costano meno al chilo di quelli già confezionati.
10. Nei reparti ortofrutta acquistare sempre prodotti di stagione.
11. Il pane più è “speciale” (all'olio, al burro, con i cereali, con le olive, al latte eccetera) e più costa (il pane tradizionale costa fino a -30%).
12. Nei reparti carni, acquistare anche tagli di carne provenienti dal quarto anteriore dell'animale (sono nutrienti allo stesso modo ma più economici dei tagli più “nobili” (costano fino al -30% in meno).
13. Fra le acque minerali non c'è una sostanziale differenza qualitativa. Salvo precise precisazioni mediche (acque povere di sodio o diuretiche), conviene sempre acquistare quellaal prezzo più conveniente (si può risparmiare fino al -50% e il -70%).
14. Quando si acquista la verdura considerare gli scarti: i fagiolini costano più della bieta o del cicorione ma hanno meno scarto.
15. Si stanno diffondendo nella grande distribuzione prodotti alimentari venduti sfusi (caffè, latte, pasta, legumi secchi eccetera) che consentono di risparmiare fino al 40% rispetto ai confezionati.

martedì 10 febbraio 2009

Provincia di Alessandria • Provincia di Asti

Provincia di Alessandria

ALESSANDRIA

Chiesa di Santa Maria di Castello
Già Duomo di Alessandria, questa chiesa è la custode delle testimonianze più antiche sulla fondazione di Alessandria. Su questo territorio sorgeva infatti il castello di Rovereto, accanto al quale la primitiva chiesa di Santa Maria fu costruita intorno al IX secolo. L’edificio originario è ancora riconoscibile in alcuni particolari dell’interno, ma la chiesa fu ristrutturata nel Quattrocento seguendo i canoni tardo-gotici, gli stessi dell’annesso convento e del chiostro, atto ad ospitare pellegrini e viandanti e oggi Ostello della gioventù, nonché sede di Alexala, ente di valorizzazione del territorio e di informazioni turistiche. Dopo la soppressione napoleonica, il convento venne adibito prima a magazzino, poi a ospedale e quindi a carcere e scuola. Tra le opere presenti nella chiesa, il Compianto su Cristo Morto, gruppo in terracotta policroma del XVI secolo, ristrutturato di recente dal maestro di Aramengo Guido Nicola, la Madonna con Bambino ad affresco attribuita a Giorgio Soleri (XVI secolo), e il coro seicentesco in legno.
Chiesa di Santa Maria di Castello
piazza Santa Maria di Castello
tel. 0131223489 (abitazione del parroco)
Visite: dal lunedì al venerdì dalle 17.00 alle 19.30; il sabato dalle 14.00 alle 19.30; la domenica dalle 8.00 alle 12.00

Piazza della Libertà
Nell’antica piazza della città, per secoli vero centro civico e sede dell’antico duomo di San Pietro fatto demolire nel 1803 da Napoleone, oggi sorgono i più importanti palazzi di Alessandria. Sul lato meridionale il Municipio, soprannominato Palazzo Rosso per il colore della facciata, da un disegno del 1772 di Giuseppe Caselli. Sul lato orientale l’imponente Palazzo Ghilini, in stile barocco piemontese, un tempo sfarzosa residenza dei marchesi Ghilini e oggi sede della Prefettura e dell’Amministrazione Provinciale. Parzialmente nascosto, sulla destra di Palazzo Ghilini, sta Palazzo Cuttica di Cassine, oggi sede del conservatorio “Antonio Vivaldi”, edificato alla fine del Seicento come dimora familiare. Gusti rococò e neoclassico si ritrovano negli interni e nel balcone esterno sorretto da cariatidi. Proseguendo lungo via Parma si arriva alla cattedrale di San Pietro (con la seconda torre campanaria più alta d’Italia), di stile neoclassico, eretto nel 1875 da Edoardo Arbiorio Mella. Sul lato nord di piazza della Libertà, il Palazzo delle Poste e dei Telegrafi, edificato in puro stile razionalista nel 1939 da Franco Petrucci, vanta un pregevole mosaico di Gino Severini sulla parte bassa della facciata, che racconta la storia dei servizi postali e telegrafici. Nell’angolo nord-occidentale l’ex Comando del Presidio Militare (in fase di restauro), ove durante il Medioevo sorgeva la sede del governo della città.

Museo del Cappello Borsalino
Il Museo è ospitato all’interno della storica sede della fabbrica di cappelli, fondata nel 1857 da Giuseppe Borsalino, che ha reso Alessandria famosa nel mondo. L’esposizione è collocata nella Sala Campioni, e comprende i campioni di tutti i copricapo realizzati dalla Borsalino dall’anno della fondazione fino a oggi, per un totale di circa 2000 esemplari, esposti negli storici armadi della Borsalino, disegnati da Arnaldo Gardella. Ogni sezione del museo racconta, con percorsi multimediali, il fitto intreccio tra la fabbrica e la città, che prosegue da oltre 150 anni. Il resto della struttura è occupato quasi interamente dall’Università del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”, che la utilizza come sede principale.
Museo del Cappello Borsalino - via Cavour, 84
tel. 0131326463 (Ufficio Borsalino) e 013140035 (Ufficio Cultura del Comune)
Visite: mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 16.00 alle 19.00 (per gruppi e scuole su prenotazione allo 0131234794)

Palazzo Monferrato
Il suggestivo palazzo, fatto edificare nel 1931 dalla Camera di Commercio di Alessandria, affronta con superbi risultati l’eclettismo architettonico del Novecento, opera dell’ingegnere Giovanni Chevalley. Lo stile si esplicita nella fusione di elementi barocchi a parti di impronta espressionista, con la contrapposizione di soluzioni auliche a semplici scelte funzionali. Dopo la ristrutturazione, il Palazzo ospita mostre, esibizioni ed eventi culturali, tesi a valorizzare il binomio arte-territorio. L’interno si estende per circa 2000 metri quadrati su quattro piani; da citare il salone in marmo, caratterizzato da una grande pittura murale, e la scala d’onore in travertino, che richiama lo stile dei palazzi nobiliari in età barocca.
Palazzo Monferrato - via San Lorenzo, 21 - tel. 848886622
Visite: durante le esposizioni a seconda degli orari stabiliti


A pochi chilometri...
Castellazzo Bormida (11 km) dove, all’ingresso del paese, si è accolti dal Santuario della Creta, meglio conosciuto come Madonnina dei Centauri, protettrice dei motociclisti. Ogni anno, in luglio, il Santuario accoglie migliaia di motociclisti da ogni parte del mondo, che formano un festoso corteo che si muove lungo le strade della provincia.


ACQUI TERME

Antiche terme di Acqui
L’antico nome romano della città, Aquae Stellae, allude all’abbondante presenza di acque termali, le stesse di cui già Plinio il Vecchio scriveva nel I secolo d.C. A quel periodo risalgono le prime strutture, parte delle quali ancora presenti oggi, che alimentavano piscine private, fontane e complessi termali. Dopo la scomparsa di numerose strutture nel corso dei secoli, dagli anni Trenta ad oggi le Terme di Acqui hanno vissuto una costante crescita, sia strutturale sia qualitativa, puntando sulla ricerca scientifica relativa alla fangobalneoterapia, con la costruzione di alcuni reparti di cura e la fondazione del Centro di Studi di Reumatologia e Fangobalneoterapia. Per pernottamenti c’è il sontuoso Grand Hotel Nuove Terme, collegato internamente allo stabilimento termale.
Terme di Acqui - via XX Settembre, 5 - tel. 0144324390 - termediacqui.it
Grand Hotel Nuove Terme**** - piazza Italia, 1 - tel. 014458555 - antichedimore.com

La Bollente
L’acqua sgorga da questa antica sorgente a 75° C. In epoca medievale, la piazza antistante era sempre animata da botteghe e ospizi, che traevano dalla fonte il proprio lavoro. Alla fine del XVI secolo i Gonzaga, privilegiando le fonti al di là del fiume Bormida, ne oscurarono l’importanza addirittura interrando la sorgente. Soltanto nell’Ottocento si decise di valorizzare di nuovo l’area, con la costruzione nel 1879 di un’edicola marmorea in stile contemporaneo. Suggestivo il colpo d’occhio che si ha guardando verso la Porta della Bollente, che collega direttamente con corso Italia, che un tempo era la porta di accesso principale della città.
Curiosità: si dice “sgaientò” il gesto augurale che chiunque arriva ad Acqui, in piazza della Bollente, è invitato a fare: mettere una mano nell’acqua sulfurea - bollente appunto - che sgorga dalla porta.

Palazzo Robellini
L’esterno del palazzo, con l’imponente colonnato, richiama gli anni dell’edificazione, ad opera di Giovanni Antonio Robellini, sul finire del Cinquecento. Gli interni si presentano invece più moderni, grazie alla ristrutturazione del XVIII secolo dei Dagna Sabina, a cui sono attribuiti lo scalone e gli ambienti aulici. Ai piani, Palazzo Robellini ospita attualmente gli uffici comunali dell’assessorato alla cultura e la sala mostre civica. Nelle ampie cantine ha invece sede l’Enoteca Regionale di Acqui Terme, dove sono stati selezionati i migliori vini della zona, proposti all’assaggio e all’acquisto. Sosta imperdibile.
Palazzo Robellini - piazza Levi, 7 - tel. 0144770272
Enoteca Regionale di Acqui Terme - piazza Levi, 7 - tel. 0144770273/4
Visite: martedì, giovedì, venerdì e sabato dalle 9.30 alle 13.00 e dalle 15.30 alle 19.00; la domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 19.00 (chiuso lunedì e mercoledì)

Castello dei Paleologi
Sebbene sia conosciuto come il castello dei marchesi del Monferrato, la prima proprietà risale al 1056. Era il vescovo di Acqui Terme a utilizzare l’edificio come residenza privata. Passato nelle mani della famiglia dei Paleologi, Guglielmo VII ne promosse la ricostruzione nel decennio 1480-1490. Nel corso degli anni il castello subì numerosi rimaneggiamenti, dei Gonzaga prima, degli architetti Scapitta e Ferroggio poi: fu quest’ultimo a edificare nel 1789 le carceri. Dai tempi dei marchesi del Monferrato la funzione del castello rimase solo più militare: ne sono testimonianza i gravi danni alle cortine, inadeguate alle armi da fuoco francesi che la espugnarono nel 1746. Dal 1967 il castello ospita le collezioni del Museo Civico Archeologico, con reperti dal periodo preistorico all’epoca romana; il parco interno è stato ristrutturato e trasformato in una zona di tutela di animali e specie vegetali. Merita una visita per le suggestive scalinate che portano nelle varie sale del castello.
Castello dei Paleologi - via Morelli, 2 - tel. 0144.770272
Visite: dal mercoledì al sabato dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 18.30; domenica dalle 15.30 alle 18.30 (chiuso il lunedì e martedì)


A pochi chilometri...
Merita una visita Cassine (13 km), dove ogni anno ai primi di settembre si tiene la Festa Medievale, una rievocazione storica ambientata nelle vie del paese. La chiesa di San Francesco, a Cassine, rappresenta un perfetto esempio di stile gotico lombardo del XII secolo, con i due campanili (uno del Seicento) e la facciata in cotto decorata con archetti pensili.
Strevi (7 km) è un paese costituto da due nuclei, che gli abitanti chiamano “di sopra” e “di sotto”. La città annovera anche la Valle Bagnario, dove si produce il vino passito di uve moscato detto Strevi.


ALFIANO NATTA

Tenuta Castello di Razzano
Il castello sorge su un antico sito romano, con un impianto originale risalente con molta probabilità alla metà del IX secolo. La preziosa dimora nobiliare risale al 1697, e conobbe momenti di particolare prestigio durante il Settecento grazie alla famiglia Caligaris, che ne conservò la proprietà per oltre 200 anni. Dagli anni Sessanta la proprietà è passata alla famiglia Olearo che ha ridato splendore al castello, utilizzando le antiche cantine per l’esposizione dei vini prodotti in azienda, un museo delle contadinerie e varie sale di degustazione. All’interno del maniero è presente un relais con suites che si affacciano sulla bella corte che ospita un rigoglioso giardino all’italiana.
Tenuta Castello di Razzano - loc. Razzano, 2 - tel. 0141922124 - castellodirazzano.it


ALTAVILLA MONFERRATO

Cappella Votiva “La Rotonda”
La Cappella è inserita nel parco della casa di Mazzetti d’Altavilla, storica distilleria del Monferrato. L’edificio fu costruito dall’abate spoletino Agostino Vitoli, attivo nell’area di Casale Monferrato a partire dal 1785. Edificio a pianta circolare, alta oltre dodici metri, la Cappella è conosciuta come “La Rotonda” per via della sua forma e della parte superiore, costituita da lesene pure in mattoni. L’architettura è di impronta neoclassica, anche se lo stile del Vitoli presenta elementi di discontinuità con la concezione del neoclassicismo illuminista.
Cappella Votiva “La Rotonda” - viale Unità d’Italia, 2 - tel. 0142926147 - mazzetti.it
Visite: su prenotazione


BOSCO MARENGO

Complesso Monumentale di Santa Croce
Fu per volere di papa Pio V, Antonio Ghisleri, originario di Bosco Marengo, che il complesso conventuale domenicano di Santa Croce fu fatto edificare durante gli anni dei suo papato, tra il 1566 e il 1572. La chiesa, splendido esempio di Rinascimento alessandrino di Ignazio Danti, ebbe in origine il compito di custodire le spoglie del pontefice (che rimasero invece a Roma). All’interno, forti testimonianze artistiche si ritrovano nelle opere del Vasari (suoi, tra gli altri, l’originario altare maggiore, il Giudizio Universale e l’Adorazione dei Magi), l’imponente mausoleo di Pio V, in marmo verde e porfido, un crocifisso ligneo del 1570 attribuito al Siciliano. La chiesa, recentemente scelta dal World Political Forum come propria sede, sta subendo in questi anni importanti opere di restauro. Anche il primo chiostro dell’originario convento domenicano è in fase di restauro.
Complesso Monumentale di Santa Croce - piazza Vasari - tel. 0131299410
Visite: su prenotazione


CAMINO MONFERRATO

Castello di Camino
L’edificazione del castello viene fatta risalire attorno all’anno 1000, anno in cui, secondo gli archivi, gli aleramici fecero costruire l’imponente torre di 44 metri. Nel 1323 il maniero passò nelle mani della famiglia Scarampi, banchieri di Asti, e così rimase fino al 1950. Come molti dei castelli del Monferrato, Camino fu teatro di uno scontro epico, al limite della leggenda, raccontato da Matteo Bandello nella sua XIII novella. Per merito delle numerose opere di restauro e di un ottimo stato di conservazione, possono ancora essere ammirate le mura e le torri merlate del nucleo originario. Del Settecento la costruzione delle finestre ad arco sulla sommità della torre, la posa dei balconi in pietra sulla facciata e il rifacimento dello scalone e della sala dal ballo. Recentemente è stato anche restaurato il ponte levatoio. All’interno del castello oggi vengono organizzati eventi, prodotti i vini tipici del Monferrato, e nell’ala sinistra del maniero è stata realizzata un’affascinante foresteria con posti letto. Da visitare anche l’ampio parco che circonda il maniero.
Castello di Camino - via Castello, 30 - tel. 3355383307 (Associazione culturale di promozione sociale “Castello di Camino Monferrato”) - castellodicamino.it
Visite: su prenotazione

Tenuta Monastero di Rocca delle Donne
Il monastero sorge su uno sperone di roccia tufacea, sede di antichi insediamenti fatti risalire ai primi comitati degli Aleramici, intorno alla fine del X secolo. La leggenda vuole però che siano stati addirittura i Cimbri, di stirpe germanica, a rifugiarsi su questa roccia dopo la sconfitta contro il console Mario, chiamando il loro insediamento Rocca delle Donne. Fino al 1492, anno della chiusura, il monastero rivestì grande importanza, anche grazie alla guida di Adalasia, sorella del marchese di Monferrato Guglielmo IV, uno dei più prestigiosi personaggi della feudalità italica. Negli interni del monastero sono da ammirare i pregevoli soffitti a cassettoni, con volte a vela, la Sala Capitolare e quella del camino, che accolgono spesso sfilate di moda e mostre. Dopo essere stato per secoli il rifugio di viandanti e forestieri, il monastero di Rocca delle Donne ospita una struttura Bed&Breakfast, adibita nel caseggiato che chiude il lato orientale del monastero.
Tenuta Monastero di Rocca delle Donne - via Monastero, 10 - fraz. Rocca delle Donne - tel. 0142469326
Visite: su prenotazione


CASALE MONFERRATO

Castello dei Paleologi
La posizione strategica di questa struttura, chiusa tra l’argine del Po da un lato e dal semicerchio fortificato dall’altro, l’imponente pianta esagonale e l’ampio fossato lasciano intuire l’importanza militare e strategica che ebbe nei secoli per la città di Casale. Sul portale campeggia lo stemma in marmo dei Paleologi, signori del Monferrato. Al completamento dei lavori di restauro, a oggi in corso, il Castello ospiterà la biblioteca civica e un centro per le attività culturali della città.
Castello dei Paleologi - piazza Castello - tel. 0142444330 (ufficio comunale)
Il Castello è chiuso per restauro

Duomo
La cattedrale, in stile romanico, è dedicata a Sant’Evasio, patrono della città. Il primo impianto risale al 1108, anno della consacrazione, rimaneggiato successivamente fino a metà Ottocento. La maestosa facciata a capanna, in arenaria e mattoni, è delimitata da due campanili duecenteschi. La parte più imponente è il raro nartece che apre alle cinque strette navate. Di grande interesse la Cappella dedicata a Sant’Evasio, in corrispondenza del transetto, opera di Benedetto Alfieri, che riporta l’effigie del patrono cittadino.
Cattedrale di Sant’Evasio - via Liutprando, 22 - tel. 0142452520 (parrocchia) - 0142451999 (prenotazioni)
Visite: tutti i giorni dalle 8.30 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.30; visite al tesoro del duomo su prenotazione o il 2° fine settimana di ogni mese dalle 9.30 alle 12.00 e dalle 14.30 alle 17.00 17

Sinagoga
La Sinagoga, costruita a partire dal 1595, è considerata una delle più belle d’Europa. Dietro la facciata austera l’edificio nasconde pareti e soffitti interamente decorati di stucchi dorati, verdi e azzurri. Di grande interesse storico le Tavole della Legge contenute nell’Arca in legno dorato (VIII secolo), a sua volta delimitata da due bassorilievi raffiguranti le città di Gerusalemme e Hebron. Annesso alla Sinagoga, il Museo di Arte e Storia Ebraica custodisce importanti testi religiosi e preziose testimonianze relative alla storia della comunità ebraica di Casale Monferrato.
Sinagoga e Museo di Arte e Storia Ebraica - vicolo Olper, 44 - tel. 014271807
Visite: la domenica dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 17.00; in settimana per gruppi e su prenotazione. Chiuso il sabato e in occasione delle festività ebraiche.

Museo Civico
Risale al XII secolo la sede del Museo Civico, che fa parte dell’ex convento agostiniano di Santa Croce. L’ampio chiostro accoglie alcuni affreschi del pittore Guglielmo Caccia detto Il Moncalvo, originario dell’omonimo paese del Monferrato. Seppure non sia stato esposto tutto il materiale in possesso, le Raccolte Civiche annoverano importanti pezzi della storia dell’arte piemontese e lombarda a partire dal XVI secolo. Immancabile una visita alla Gipsoteca Leonardo Bistolfi, in cui sono attualmente esposte 120 opere dello scultore, nato a Casale nel 1859.
Museo Civico e Gipsoteca Leonardo Bistolfi - via Cavour, 5 - tel. 0142444309 (museo) - tel. 0142444249 (prenotazioni)
Visite: sabato e domenica dalle 10.30 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.30 (gli altri giorni su prenotazione)


A pochi chilometri...
Casale è stata capitale del Monferrato, e si estende in una zona caratterizzata dalla dolcezza dei rilievi collinari, dediti alla produzione di vini Barbera e Grignolino. Da Casale, verso Asti e verso Torino, si scorgono numerosi castelli che si ergono con le loro torri al di sopra dei vari paesi. Uno dei primi che si incontra è quello di San Giorgio Monferrato (5 km), che porta il nome di Castel Ricaldone, tra i più antichi del Monferrato (X secolo).

CELLA MONTE

Gli “infernott”
Il paese di Cella Monte sorge su una dorsale tufacea, e il suo nome ricorda le prime stanze scolpite nel tufo scavate a uso abitativo. A questa tradizione risalgono gli “infernott”, piccole cantine scolpite nella roccia, che un tempo erano utilizzate come dispensa per la conservazione dei cibi nei giorni di festa. Decisamente affascinanti per via della loro struttura, spesso anche con il tavolo e le mensole ricavati dal tufo, oggi gli infernott hanno perlopiù lo scopo di conservare i vini. Dove sorgeva l’antico castello di Cella Monte c’è Villa Perona, azienda vitivinicola e agrituristica, sorta nel 1874 e costruita interamente in tufo.
Villa Perona - strada Perona, 1 - tel. 0142488280 - www.villaperona.it


FRASSINELLO MONFERRATO

Castello di Lignano
Il passato del Castello di Lignano è ricco di storia e di suggestioni. Le sue origini, incerte, risalgono all’epoca romana (da cui il nome, Castrum Lignani), quando la struttura comprendeva l’odierno blocco del primo cortile. L’epigrafe presente nel cortile principale, a Lucio Herennio Lhennius, che probabilmente diede il nome al castello, e i continui ritrovamenti di reperti archeologici accreditano le prime tracce intorno al X secolo. Successivamente, nell’XI secolo, il castello fu ampliato con la struttura attuale, e delle quattro torri originarie ne rimane soltanto più una, che ha mantenuto l’originale composizione a mattoni e tufo. All’interno del maniero oggi è attiva un’azienda agricola vitivinicola, che estende le sue vigne sulla collina circostante, per un totale di quindici ettari.
Castello di Lignano - strada Castello di Lignano, 1 - tel. 0142925326 - castellodilignano.com
Visite: su prenotazione


FUBINE

Cascina Meraviglia - Enosis
All’interno della seicentesca Cascina Meraviglia, appartenuta un tempo ai conti Cacherano di Bricherasio, è stata inaugurata nel 2005 Enosis, un avanzato quanto rivoluzionario centro di servizi e ricerca nel campo dell’enologia e della viticoltura, voluto dall’enologo Donato Lanati. Nei 2500 metri quadrati in cui si estende la struttura, sono stati allestiti laboratori, sale di degustazione, cantine e sperimentali e zona universitaria (Enosis è anche sede didattica della Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Torino). All’esterno, una vigna sperimentale di 5 ettari, la metà dei quali destinati alla coltivazione di 37 varietà autoctone italiane e alcune a diffusione internazionale.
Cascina Meraviglia - Enosis - via per Cuccaro, 19 - tel. 0131798311 - enosis.it


GABIANO

Castello di Gabiano
Le documentazioni parlano di un maniero fondato dallo stesso Aleramo all’estremo nord-ovest dell’attuale provincia di Alessandria, già nell’VIII secolo. È tuttavia dal 1164, con l’investitura di Gugliemo II del Monferrato per mano di Federico I, che il castello diventa nodo strategico per il Monferrato. Passato nelle mani dei Montiglio, dei Gonzaga e infine a Ferdinando di Mantova, viene infine ceduto ad Agostino Durazzo nel 1622. Dopo un attento restauro compiuto attorno al 1920, oggi il castello è sede di attività culturali e di un’azienda vitivinicola. Di pregevole importanza storica i torrioni a pianta quadrata e circolare.
Castello di Gabiano - via San Defendente, 2 - tel. 0142945004 - castellodigabiano.com
Visite: su prenotazione


GIAROLE

Castello Sannazzaro
Edificato dalla famiglia Sannazzaro nel XIII secolo su licenza del Barbarossa, il castello ha offerto per secoli un punto difensivo di estrema importanza per il Monferrato. La struttura è a pianta quadrilatera, con due torri anch’esse quadrate che interrompono le lunghe cinta murarie, in modo da permettere la difesa del castello pressoché da ogni punto. La terza torre, la più alta, era preposta invece all’avvistamento (ancora oggi dalla sua cima si possono avvistare i castelli e le torri adiacenti, fino a Casale Monferrato). Nel corso dell’Ottocento il castello ha subito alcuni rimaneggiamenti che hanno conferito tratti neogotici al complesso. Da segnalare, nell’ala Sud, il balcone del salotto dove Napoleone III e Vittorio Emanuele II si affacciarono per salutare la folla in festa alla vigilia della Seconda Guerra d’Indipendenza. Nel salone del pianterreno si possono ammirare due tele di Pier Francesco Guala, molto legato alla famiglia Sannazzaro, datate 1737. Annessa al castello, la chiesa di San Giacomo, edificata nel corso del XIV secolo come cappella gentilizia. Oggi è possibile pernottare all’interno del castello, ancora di proprietà della famiglia, soggiornando in camere arredate con mobili d’epoca.
Castello Sannazzaro - tel. 3472505519 - castellosannazzaro.it


MASIO

Castello di Redabue
Il Castello di Redabue, situato all’interno dei confini del paese di Masio, risale al XIII secolo, epoca di datazione di alcuni archi di tufo alternati a mattoni. La sua posizione strategica, tra la provincia di Alessandria e quella di Asti, a difesa della media valle del Tanaro, si rivelò spesso uno svantaggio a causa delle ripetute devastazioni e saccheggiamenti che dovette subire nel corso degli anni anche a causa degli scontri tra le famiglie dei Paleologi e dei Visconti per il dominio del Monferrato. Oggi sono aperti al pubblico gli spazi dell’antica cantina, alla base del castello, e la chiesta adiacente, disegnata da Filippo Juvarra come prototipo della futura Superga. Di rara suggestività il parco, che si estende per oltre dieci ettari con piante secolari come il lauro, il salice e l’ippocastano. Nelle case di fronte, un tempo adibite all’abitazione del fattore e della servitù, sono stati realizzati alcuni appartamenti, per un totale di circa 20 posti letto, per passare un suggestivo weekend.
Castello di Redabue - strada Redabue, 5 - tel. 3406589310 - redabue.it


NOVI LIGURE

Museo dei Campionissimi
Il Museo, inaugurato nel 2003 e fortemente voluto dalla comunità locale, è dedicato ai due Campioni di ciclismo di origine novese: Costante Girardengo e Fausto Coppi (quest’ultimo nativo di Castellania, paese poco distante). Nei 3000 metri quadrati dell’esposizione viene raccontata la storia della bicicletta, fino alle avventure dei due ciclisti che hanno reso famosa la città. La struttura ospita anche eventi fieristici, tra cui Dolci Terre di Novi, una rassegna enogastronomica annuale dedicata alla promozione dei prodotti tipici locali, e Mastro Artigiano, un’esposizione dell’artigianato d’eccellenza piemontese certificato con un marchio conferito dalla Regione Piemonte.
Museo dei Campionissimi - viale dei Campionissimi - tel. 014372585 (Iat) -
Visite: venerdì dalle 15.00 alle 19.00, sabato, domenica e festivi, dalle 10.00 alle 19.00 (dal 1° aprile dalle 10.00 alle 20.00); altri giorni visite su prenotazione (solo per gruppi di almeno 10 persone)

Piazza Dellepiane
Questa piazza rappresenta l’antico cuore nobile di Novi Ligure, con i suoi palazzi dipinti che ricordano lo stile genovese (Novi ha fatto parte della Repubblica di Genova dal 1447 al 1815) e la presenza dei più importanti edifici della città. La Chiesa della Collegiata, dedicata a Santa Maria Assunta, fu fondata tra il VI e il VII secolo sopra le fondamenta di un tempio pagano, e successivamente modificata nel XVIII secolo. Di notevole interesse, Palazzo Durazzo e Palazzo Cambiaso Negrotto, entrambi di stile genovese. Sempre in piazza Dellepiane, il Palazzo Negrone-Costa, che presenta una meridiana basata sul calendario della rivoluzione francese. Al centro della piazza si innalza la grossa fontana, detta del Sale, perché donata da Lord Bentick dopo aver salvato il deposito di sale cittadino dall’assalto dei francesi.

Oratorio della Maddalena
L’oratorio, di proprietà della Confraternita dei Disciplinati, è dedicato a Santa Maria Maddalena, come si evince dalla superba statua barocca presente sul portale. L’interno è uno scrigno di opere d’arte, a partire dal Calvario in legno composto di ventuno statue a grandezza naturale disposte sulla parete del bacino absidale, che a colpo d’occhio danno l’impressione di trovarsi di fronte a un monte, quello del Calvario appunto. Di notevole interesse il crocifisso dello scultore del tardo Barocco Anton Maria Maragliano, la serie di rappresentazioni della Crocifissione di Cristo e il gruppo di otto statue in terracotta policroma ispirate alla Deposizione, risalenti ai primi anni del Cinquecento.
Oratorio della Maddalena - via Giuseppe Cesare Abba - tel. 014376600 (priore della Confraternita dei Disciplinati)
Visite: solo su prenotazione

Il Castello
Ormai rimangono solo più i resti dell’originario castello di Novi Ligure, ma sia l’edificio sia il parco che lo circonda meritano una visita. Spicca su tutti la torre a pianta quadrata risalente al 1233, alta 30 metri, mentre all’interno è possibile visitare il lungo tratto di sotterranei, che dal 1820 sono diventati parte dell’acquedotto. Gli alberi del parco risalgono al Settecento, e furono fatti piantare per volere del nobile genovese Gerolamo Durazzo. Nei pressi del castello è ancora possibile scorgere i resti della cinta muraria fatta erigere dalla Repubblica di Genova nel XV secolo.
Castello di Novi Ligure – parco del Castello - tel. 014372585 (Iat)
Visite: nel periodo estivo, durante la rassegna regionale di Castelli Aperti


A pochi chilometri...
Appena lasciata la città di Novi, proseguendo verso Sud, si stagliano le colline di Gavi Ligure, che insieme a quelle novesi rappresentano le terre di produzione del famoso vino bianco, conosciuto come Gavi. La città di Gavi (11 km) merita una visita per l’imponente forte (fine Cinquecento), edificato come nodo cruciale per la via che conduceva al mare, che dallo sperone roccioso su cui fu costruito domina tutta la Valle del Lemme. Altrettanto suggestivo l’itinerario che da Novi conduce alla Val Borbera, con paesaggi mozzafiato.
Seguendo il percorso del fiume Borbera si possono visitare le Strette di Pertuso, un tratto di gole lungo circa 6 chilometri, dove il fiume scorre impetuoso all’ombra degli imponenti muraglioni.
Nel Comune di Borghetto Borbera (17 km) si può ammirare il Castello Torre Ratti, risalente al XII secolo.


OVADA

Chiesa di Santa Maria delle Grazie
Conosciuta anche col nome di San Domenico, questa chiesa risale alla fine del Quattrocento. Durante il periodo napoleonico subì molti danni, dovuti soprattutto al fatto che i locali furono utilizzati per lungo tempo come caserma prima e magazzino poi. Nel 1986 un grave incendio distrusse completamente il coro e l’organo originali, ma tra le opere rimaste sono da citare l’altare di San Vincenzo Ferreri, situato nella seconda campata destra, in marmo policromo, e l’altare della Beata Vergine del Rosario, datato 1706. Negli oratori sono conservate alcune importanti opere, tra cui alcune casse processionali di Anton Maria Maragliano e dipinti del manierista Luca Cambiaso.
Chiesa di Santa Maria delle Grazie - piazza San Domenico - tel. 014380206
Visite: tutti i giorni dalle 7.30 alle 11.00 e dalle 15.30 alle 17.00

Parrocchiale Antica di San Sebastiano
L’antica chiesa parrocchiale di Ovada, documentata già nel 1200 e intitolata originariamente a Santa Maria, fu venduta e smembrata nel 1791 (l’originale impianto romanico lo si scorge ancora nella zona dell’abside): il campanile divenne una prigione, mentre la navata centrale e quella sinistra furono trasformate nell’Oratorio di San Sebastiano, di proprietà dell’omonima confraternita. L’intitolazione rimase la stessa negli anni, anche dopo l’estinzione della confraternita, e nel corso dell’Ottocento l’oratorio venne trasformato nella Loggia di San Sebastiano, destinata al mercato coperto. Oggi l’edificio viene usato per mostre d’arte ed eventi.
Parrocchiale Antica di San Sebastiano - via San Sebastiano • tel. 01438361
Visite: aperta solo in occasione di iniziative culturali

Parrocchiale di Nostra Signora Assunta
I due campanili di questa chiesa, costruita a partire dal 1772, svettano al di sopra della città. Dall’interno, a tre navate, si eleva la cupola, divenuta negli anni insieme alla facciata il simbolo del panorama di Ovada. Gli elementi architettonici sono di ispirazione tipicamente ligure, con decorazioni trompe-l’œil. Di interesse artistico l’altare maggiore, realizzato in marmo policromo su disegno dell’Antonelli, e la statua della Vergine Assunta, risalente al Settecento.
Parrocchiale di Nostra Signora Assunta - via S. Teresa, 1 - tel. 0143832140/1/2
Visite: tutti i giorni dalle 8.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 17.00

Palazzo Spinola
Il palazzo, a pianta rettangolare, fu fatto edificare nella seconda metà del XVII secolo sulla sinistra della chiesa di Santa Maria delle Grazie, traendo ispirazione dalle ville genovesi del Seicento. Il nome richiama la potente famiglia genovese che intrecciò spesso i suoi affari di finanza e di acquisto di terre nella zona di Ovada. Oggi la proprietà dell’edificio è della comunità dei Padri Scolopi, che officia le celebrazioni nella chiesa di San Domenico. Al piano rialzato sono presenti ampi e sontuosi spazi di rappresentanza, mentre il piano nobile è caratterizzato dai preziosi saloni.
Palazzo Spinola - piazza San Domenico - tel. 014380206


A pochi chilometri...
A causa della sua posizione di frontiera, al confine con la Liguria, l’Ovadese è una terra ricca di castelli e rocche poste a difesa della via che porta al mare. Da menzionare, il castello di Trisobbio (8 km), in cui è possibile soggiornare, visitando anche l’annessa chiesa di San Bernardo (XII secolo).
Il Santuario della Madonna delle Rocche, nel comune di Molare (5 km), si erge da oltre cinque secoli su uno dei ripidi pendii che interrompono la piana di Molare, nell’alta Valle Orba.


OVIGLIO

Castello Reale di Oviglio
Non si può datare con certezza l’edificazione di questo imponente castello, simbolo di Oviglio, ma ancor prima del 1367, anno in cui il paese cadde sotto il controllo dei Galeazzo Visconti, vi era un castrum con una cinta a bastioni. Il castello assunse il nome attuale dopo l’acquisto da parte della regina Cristina di Savoia, e già nel 1908 venne dichiarato monumento nazionale per la sua arte e la sua storia. Oggi ospita un relais di grande stile, con nove suites alle quali si accede passando per le antiche cantine, le sale, il deambulatorio e la biblioteca, abilmente ristrutturati. Si svolgono convention ed è a disposizione anche un servizio ristorante allestito nelle varie sale.
Castello Reale di Oviglio - via XXIV Maggio, 1 - tel. 0131776166 - castellodioviglio.it


ROSIGNANO MONFERRATO

Castello di Uviglie
Adagiato sui colli a est di Rosignano, il castello fu costruito tra il 1239 e il 1271 dalla famiglia dei Paucaparte. Passato ai Conti Pico-Gonzaga nel 1491, il maniero fu da subito improntato sull’attività agricola. Per mano dell’architetto Arborio Mella il castello subì importanti opere di ammodernamento nel corso dell’Ottocento, quando ne presero possesso i Conti Callori di Vignale Monferrato. È il 1879 quando subentra il Conte Cacherano di Bricherasio, socio fondatore della Fiat. Dal 1992 la Tenuta del Castello diventa sede di coltivazione viticola, che prosegue ancora oggi nelle antiche sale. All’interno del maniero è attivo il ristorante Cavalieri del Monferrato, arredato in stile medievale.
Tenuta e Castello di Uviglie - via Castello di Uviglie - fraz. San Martino - tel. 0142488132 - castellodiuviglie.com


SERRALUNGA DI CREA

Sacro Monte di Crea
La tradizione, non suffragata da elementi storici provati, vuole che sia stato Sant’Eusebio, vescovo di Vercelli, a salire la collina di Serralunga verso il 350 d.C., portando con sé la statua lignea della Madonna col Bambino, che viene venerata ancora oggi nella chiesa del Santuario. Le origini del modello del Sacro Monte si perdono negli anni della Controriforma, in cui si diffuse la pratica della realizzazione di percorsi devozionali scanditi da cappelle. La costruzione risale al 1589, per opera del priore Costantino Massino, che scelse la collina dove prima era edificata una chiesa romanica dedicata alla Madonna. Dal Cinquecento il progetto iniziale subì numerose modifiche, e dal 1820, anno dell’ultimo ampliamento, il Sacro Monte di Crea è costituito dalla basilica, di impianto romanico, 23 cappelle maggiori che terminano con quella maestosa detta del Paradiso (posta sulla cima del monte, e dedicata all’incoronazione di Maria) e cinque minori, dette romitori. A fare da cornice, il Parco naturale e area attrezzata del Sacro Monte di Crea, con un’estensione di quasi 50 ettari, istituito dalla Regione Piemonte nel 1980 per tutelare anche i beni ambientali in cui è inserito il complesso del Sacro Monte.
Sacro Monte di Crea - Cascina Valperone, 1 - Ponzano • tel. 0141927120 - parcorea.it
Visite: su prenotazione


SEZZADIO

Chiesa di Santa Giustina
La leggenda indica Sezzadio come la località dove fu abbandonato un bimbo, figlio di nobili sassoni in viaggio verso Roma. Il bambino, di nome Aleramo, fu allevato dai monaci e divenne il primo marchese del Monferrato per volere del re Ottone I. L’impianto originale della chiesa di Santa Giustina risale al 722, anno della prima edificazione per volontà del re longobardo Liutprando. Nel 1030 i monaci benedettini fondarono l’omonima abbazia, mentre nel 1033 la chiesa fu quasi completamente ricostruita e notevolmente ampliata dal marchese di Sezzadio, Oberto. Il prezioso pavimento a mosaico della cripta è un esempio dei restauri compiuti in quel periodo. Nel secoli XII e XIII l’abbazia di Santa Giustina raggiunse il suo massimo splendore, per poi iniziare un lento declino che culminò nel decreto napoleonico che ne consegnò la proprietà ai veterani. In tempi moderni, nel 1956 cominciò l’opera di restauro della chiesa, unica superstite degli antichi edifici appartenenti al monastero. Oggi, mattoni e ciotoli di fiume caratterizzano i fianchi e la facciata dell’edificio. Il portale è rimasto di estrema semplicità architettonica, privo di ornamenti, mentre le tre navate convogliano lo sguardo sull’abside mediana e sugli affreschi del transetto, datati tra la fine del X e l’inizio dell’XI secolo. L’annessa Villa Badia, sorta sulle fondamenta del preesistente convento benedettino, organizza pranzi e cene su prenotazione, per cerimonie o eventi, legati alla tradizione monferrina.
Chiesa di Santa Giustina - Villa Badia - via Badia, 53 - tel. 0131703659 - villabadia.com


TORTONA

Santuario della Madonna della Guardia
Il Santuario, edificato a partire dal 1926, fu fatto costruire per volere di don Luigi Orione (di cui conserva le spoglie) sul sito dove sorgeva l’antica chiesa di San Bernardino. Osservando il panorama della città, la statua dorata della Madonna con bambino posta sul campanile si staglia, coi suoi 12 metri, al di sopra di ogni edificio, ed è diventata negli anni il simbolo di Tortona.
Santuario della Madonna della Guardia
via don Domenico Sparpaglione, angolo corso don Orione - tel. 0131863492
Visite: tutti i giorni dalle 06.30 alle 12.00 e dalle 14.30 alle 19.00

Duomo
Sebbene la facciata di ispirazione neoclassica, progettata dall’architetto Nicolò Bruno, risalga al 1880, la cattedrale di Santa Maria Assunta ha origini ben più antiche. L’edificazione è compresa tra il 1574 e il 1592, poi restaurata negli anni Trenta. Al suo interno sono conservate le opere di grandi artisti quali il Fiamminghino, il Moncalvo, il Vermiglio, il Luini e Camillo Procaccini. Nel presbiterio è conservata l’urna di San Marziano martire, primo vescovo e patrono della diocesi di Tortona. La cattedrale conserva le spoglie di un’altra figura storica di Tortona, il compositore e monsignore Lorenzo Perosi. Sulla piazza del duomo si affaccia anche il Palazzo Vescovile, costruito nel 1584.
Cattedrale di Santa Maria Assunta - piazza Duomo - tel. 0131861360
Visite: tutti i giorni dalle 8.00 alle 12.00 e dalle 15.30 alle 18.30

Palazzo Guidobono
Il Palazzo venne edificato nel XV secolo e fu utilizzato per anni come dimora signorile.
Parzialmente ricostruito nel 1939, all’interno conserva ancora un soffitto ligneo quattrocentesco con motivi araldici e, nei sotterranei, resti di muratura e un pavimento a mosaico. Attualmente il Palazzo viene utilizzato per mostre temporanee, ed è in fase di completamento il progetto per realizzare qui il Museo Civico Archeologico, con resti provenienti dall’antica Iulia Dertona.
Palazzo Guidobono - via Ammiraglio Mirabello - tel. 0131864297 (Ufficio Eventi e Manifestazioni del Comune)
Visite: durante le mostre aperto nel fine settimana il venerdì dalle 15.00 alle 19.30; sabato e domenica dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 19.30

Santa Maria dei Canali
È la più antica chiesa cittadina, documentata dal 1511. La costruzione ha subito numerosi aggiornamenti nel corso degli anni, durante i quali vennero edificati le cappelle laterali e l’abside rettangolare; lo stile puramente romanico è stato contaminato di elementi gotici, frutto dei rimaneggiamenti. La struttura è rimasta tuttavia quella originaria, con tre navate. Di notevole interesse la tavola della Natività, di scuola leonardesca, proveniente dall’oratorio sconsacrato di S. Maria di Loreto.
Chiesa di Santa Maria dei Canali - via Giulia, angolo via Baluardo - tel. 0131863570
Visite: tutti i giorni dalle 7.30 alle 12.00 e dalle 15.30 alle 19.00


A pochi chilometri...
Rivalta Scrivia (8 km), con l’abbazia cistercense di Santa Maria, edificata nel 1180, di cui è sopravvissuta soltanto, oltre alla chiesa, la sala capitolare.
Di grande impatto il percorso che si snoda da Tortona verso la Val Curone fino alle altezze di Caldirola (40 km): meritano la sosta le tre pievi romaniche di Viguzzolo, Volpedo e Fabbrica Curone (X e XI secolo).


VALENZA

Duomo
Questa chiesa ha origini incerte: dell’antico duomo, di dimensioni inferiori rispetto a quello attuale e in stile romanico, si hanno notizie a partire dalla fine dell’XI secolo. A causa delle deplorevoli condizioni della struttura, nel 1606 il Consiglio generale decise di edificare la nuova cattedrale, affidando il compito a Paolo Falcone, architetto di Lugano.
La nuova facciata è più recente, datata intorno al 1890. All’interno meritano una citazione l’altare maggiore, del 1760, e la Madonna del Rosario, dipinto dal Moncalvo nel 1620. Su richiesta è possibile visitare il Museo dell’Opera del Duomo, in cui si trova un cospicuo patrimonio di tessuti e argenterie.
Chiesa di Santa Maria Maggiore - piazza XXXI Martiri - vicolo Visconti, 19 - tel. 0131941840
Visite: tutti i giorni dalle 6.30 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 19.30

Teatro Sociale
Riportato allo splendore che aveva a metà Ottocento, il Teatro Sociale è stato inaugurato nel 2007 dopo lunghi anni di restauri. Il nobile edificio fu voluto dalle famiglie più abbienti di Valenza, e costruito a partire dal 1853 seguendo le forme tardo-neoclassiche. La posizione in pieno centro cittadino era stata pensata per garantirne l’estrema fruibilità per i Valenzani, e così fu: il Teatro Sociale ha rappresentato per diverso tempo il cuore culturale della città. Oggi il cartellone è realizzato insieme con il Teatro Comunale di Alessandria, con una serie di spettacoli che vanno da novembre a fine aprile.
Cinema Teatro Sociale di Valenza - corso Garibaldi, 58 - tel. 0131942276 - teatrodivalenza.it

Palazzo Pellizzari
Sede del Municipio, il palazzo fu eretto nel XVIII secolo dal progetto dell’alessandrino Giuseppe Zani che, affidandosi allo stile neoclassico, consegnò a Simone Cordara Pellizzari quello che ancora oggi è considerato uno dei più bei palazzi della città. Le decorazioni interne sono sontuose e culminano negli affreschi mitologici della sala consiliare, opera di Luigi Vacca. Il piano terreno fu decorato invece dal padre, Angelo Vacca, all’età di 65 anni. Interessante la lapide in bronzo murata, posta in cima allo scalone del piano nobile, che riporta un’epigrafe di Salvatore Quasimodo in memoria del sacrificio dei partigiani di Valenza.
Palazzo Pellizzari - via Pellizzari, 2 - tel. 0131945246 (Urp)
Visite: solo in occasione di manifestazioni come Riso e Rose in Monferrato

Oratorio di San Bartolomeo - Chiesa di Santa Caterina
La Chiesa, ora sconsacrata, fu edificata nel 1584 da un maestro della famiglia Panizzari su commissione delle monache benedettine, ed è il monumento più antico della città. L’edificio fu riconsacrato e ribattezzato come San Bartolomeo nel 1835 dal governo napoleonico. L’apparato decorativo è in stile neogotico, mentre il portale del 1740 è in stile gotico. Nel 2007 San Bartolomeo è stato riaperto al pubblico dopo anni di restauri volti a conservare la complessa struttura architettonica, dalla pianta ottagonale agli affreschi gotici dell’Ottocento. La destinazione d’uso è prevalentemente per concerti di musica da camera o spettacoli di teatro.
Oratorio di San Bartolomeo - piazza Alfieri, angolo via Banda Lenti - tel. 0131945246 (Urp)
Visite: solo in occasione di manifestazioni come Riso e Rose in Monferrato


A pochi chilometri...
Valenza è rinomata in tutto il mondo per la sua produzione orafa, frutto di una sapiente miscela di arte, tecnologia e tradizione artigianale, con circa un migliaio di aziende che lavorano l’oro. Il Castello di Piovera (13 km), già citato nei manoscritti a partire dal X secolo, fu potenziato dai Visconti come roccaforte difensiva e utilizzato successivamente come dimora signorile.


VIGNALE MONFERRATO

Palazzo Callori
L’edificio, interamente costruito con la chiara pietra tufacea del Monferarrato, era l’antica residenza dei signori di Vignale, risalente al XV secolo e ampliato nel corso del XVII secolo. Oggi è sede dell’Enoteca Regionale del Monferrato, a disposizione per produttori e consumatori per conoscere la selezione dei migliori vini della zona. Su richiesta vengono organizzati eventi di formazione didattica sull’enologia, degustazioni e visite guidate per gruppi. Nell’antica cappella barocca di Palazzo Callori è stata allestita la vineria dell’Enoteca, aperta nel periodo primaverile ed estivo.
Palazzo Callori - Enoteca Regionale del Monferrato - piazza del Popolo, 12 - tel. 0142933243 - enotecadelmonferrato.it
Visite: tutti i giorni dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 13.30 alle 16.30; sabato e domenica dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 19.00

Provincia di Asti

ASTI

La Cattedrale
Intitolata a Santa Maria Assunta, venne eretta nella prima metà del 300 sulle fondamenta di un edificio preesistente, consacrato nel 1096 da Papa Urbano II. Rappresenta il più significativo esempio di gotico piemontese, soprattutto per quanto riguarda l’esterno (l’interno ha subito modifiche nel corso del Seicento e del Settecento). La facciata presenta tre portali; sul fianco destro si trova un protiro gotico con statue e medaglioni in bassorilievo. Il campanile, di fondazione romanica, fu ricostruito nel 1266. All’interno, olio su tela "La Resurrezione" opera di Guglielmo Caccia detto il Moncalvo (Montabone, 1568 - Moncalvo, 1625). L’opera è attribuita agli anni 1608 – 1614.
Cattedrale - via San Giovanni, 8 - tel. 0141592924
Visite: giorni feriali dalle 8.30 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 17.30 (solo al giovedì dalle 15.00 alle 17.00); giorni festivi dalle 9.00 alle 10.00 e dalle 15.00 alle 17.30


Chiesa Collegiata di San Secondo
La Collegiata è intitolata al santo patrono, le cui reliquie sono conservate nella cripta (originaria del IX secolo, ristrutturata nel XV secolo e nuovamente nel XVII secolo). L’edificio venne costruito fra il XIII e il XV secolo. All’interno (prima cappella della navata destra) sono esposti la ricostruzione del Carroccio della Città di Asti e i drappi del Palio; nella navata sinistra, si conserva un polittico di Gandolfino di Roreto.
Chiesa Collegiata di San Secondo - piazza San Secondo - tel. 0141530066
Visite: giorni feriali dalle 8.45 alle 9.45, dalle 10.45 alle 11.45 e dalle 15.30 alle 17.20; giorni festivi: dalle 8.00 alle 9.30 e dalle 15.30 alle 17.20


Chiesa di Santa Maria Nuova
Si segnala il campanile romanico, eretto nell’XI secolo. All’interno della chiesa si trovano opere di Gandolfino da Roreto (sec. XVI).
Chiesa di Santa Maria Nuova - piazza Santa Maria Nuova - tel. 0141530760
Visite: tutti i giorni dalle 9.30 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00


Complesso medievale di San Pietro in Consavia - Museo Archeologico e Paleontologico
Il complesso si compone dell’edificio romanico detto "La Rotonda" (XII secolo), con colonne in cotto e arenaria e capitelli in arenaria, e della chiesa di San Pietro in Consavia (tardo gotico piemontese). Il chiostro ospita il Museo Archeologico e il Museo Paleontologico.
Complesso medievale di San Pietro in Consavia - Museo Archeologico e Paleontologico - corso Alfieri, 2 - tel. 0141353072
Visite: dal martedì alla domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 19.00


Cripta e Museo Civico di Sant’Anastasio
La cripta del convento di Sant’Anastasio, individuata nel 1907 in occasione della demolizione della soprastante chiesa barocca, risale all’XI secolo, ma presenta colonne e capitelli antecedenti. Evidenti i resti di quattro chiese di diversa epoca insistenti nel sito del monastero benedettino.
Cripta e Museo Civico di Sant’Anastasio - corso Alfieri, 365/a - tel. 0141399460
Visite: dal martedì alla domenica dalle ore 10.00 alle ore 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00 (orario estivo, dal 1° aprile, dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 19.00).


Casa natale di Vittorio Alfieri
Edificio medievale, ristrutturato nei secoli XVIII e XIX. Ospita il Centro Nazionale di Studi Alfieriani e il Museo Alfieriano. In restauro; l’apertura è prevista nel corso del 2008.
Casa natale di Vittorio Alfieri - corso Alfieri, 375 - tel. 0141530357 (Atl Asti Turismo).


Altri palazzi ed edifici storici
Palazzo del Comune (sec. XVIII)
Struttura di impianto medievale, ristrutturata nella prima metà del 700 su intervento di Benedetto Alfieri.
piazza San Secondo - tel. 0141399216
Visite: dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 14.00 e dalle 15.00 alle 18.00

Palazzo Ottolenghi (sec. XVIII)
Realizzato su disegno di Benedetto Alfieri.
corso Alfieri, 350 - tel. 0141353072
Visite: su prenotazione da effettuarsi sul luogo

Palazzo del Seminario (sec. XVIII)
Realizzato su disegno di Benedetto Alfieri
piazzetta del Seminario, 1 - tel. 0141593889
Visite: solo in caso di mostre dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 16.30 alle 18.30

Palazzo del Leoni (sec. XIV)
Il Palazzo è attualmente sede di un centro culturale islamico
via Balbo, 4 - tel. 0141210364

Torre Trojana (sec. XIII)
È la più alta torre della città (38 metri), ed è detta anche Torre dell’Orologio.
piazza Medici - tel. 0141399460
Visite: sabato e domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 19.00 (da aprile a settembre); sabato e domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00 durante il mese di ottobre. Negli altri periodi su prenotazione. Ingresso a pagamento.


A pochi chilometri…
Chiesa di Santa Maria di Viatosto
Costruita fra il XIII e il XIV secolo sulla preesistente chiesa di Santa Maria di Rivarotta (1159), in stile romanico - gotico. L’interno si presenta a tre navate, con interessanti capitelli dell’antica chiesa e capitelli con gli stemmi delle famiglie che parteciparono alla costruzione dell’edificio gotico. Si segnalano un crocifisso ligneo del 500 e una cantoria del 1750.
Chiesa di Santa Maria di Viatosto - località Viatosto - tel. 0141419908
Visite: tutti i giorni dalle 9.00 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 19.30


ALBUGNANO

Canonica di Santa Maria di Vezzolano
Vero e proprio gioiello e unicum per valore storico e architettonico dell’arte romanico - gotica in Piemonte, la Canonica di Santa Maria di Vezzolano si trova nel territorio comunale di Albugnano. La Canonica, anche indicata come Abbazia di Vezzolano, faceva parte di un complesso religioso edificato nel XII secolo. L’atto di fondazione della chiesa è del 27 febbraio 1095. Dopo un periodo di fioritura perdurato per tutto il XIII secolo, il complesso subì un lungo declino (nel 1405 la canonica fu concessa in commenda ad abati residenti lontano da Vezzolano) sino al XIX secolo. Dagli inizi del 900, l’attenzione e l’interesse al monumento hanno fatto sì che fosse oggetto di studi e accurati restauri. La facciata si presenta con tre ordini di colonne e numerose sculture di pregio. Decorazioni scultoree si trovano anche all’interno della chiesa, dove notevole è il tramezzo decorato in altorilievo, divisorio fra l’area destinata al clero e l’area destinata al popolo. Il tramezzo è l’unico esempio di struttura di questo tipo nel romanico piemontese e, date le sue caratteristiche strutturali, non è da escludere una sua destinazione originaria diversa da Vezzolano. Splendido il piccolo chiostro e notevoli gli affreschi, fra i quali il "Contrasto fra tre vivi e tre morti", che secondo la tradizione vuole riprodurre il passaggio dalla "foresta di Vezzolano" di Carlo Magno.
Abbazia di Vezzolano - strada dell’Abbazia - tel. 0119920607 (custode)
Visite: dal martedì alla domenica dalle 9.00 alle 12.30 e dalle 14.00 alle 18.30 (in estate); dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 14.00 alle 18.30 in inverno


ARAMENGO
Già dominio dei Marchesi del Monferrato, Aramengo passò ai Savoia dal XVI secolo. Tra i feudatari del luogo si ricordano i Conti Radicati e, successivamente, i Grisella, i Freilino, i Morelli e i Balbiano di Aramengo. Il paese presenta un’interessante chiesa parrocchiale, dedicata a Sant’Antonio Abate (sec. XVIII), con dipinti attribuibili alla scuola del Moncalvo. Di pregio la chiesa di San Giorgio, in località Masio, di originario impianto romanico e che fu prima chiesa parrocchiale sino alla metà del XVI secolo, quando venne sostituita da una nuova chiesa eretta alla sommità del colle dove un tempo sorgeva il castello. Anche questa venne in seguito abbandonata per la settecentesca chiesa attuale, consacrata nel 1809, edificata in posizione più agevole per i fedeli.Relativamente alle particolarità enogastronomiche, si ricordano soprattutto tartufi, salumi e pregiati vini. Ad Aramengo vive e lavora Guido Nicola, uno dei più importanti restauratori d’arte del mondo.
Relativamente ai monumenti e alla storia di Aramengo: Beppe Moiso, tel. 3333456979


BUTTIGLIERA D’ASTI

Chiesa di San Martino
Il paese, sorto nel XIII secolo come villanova per volontà del Comune di Asti, è noto per possedere il campanile più alto del Monferrato (63 metri), progettato da Mario Ludovico Quarini, in stile barocco, nel 1789. Il monumento più rilevante è la chiesa romanica intitolata a San Martino vescovo di Tours (sec. X), attualmente compreso nell’area cimiteriale. Fra le ipotesi sulle origini della chiesa, la probabile fondazione da parte dei Franchi di epoca carolingia, devoti al vescovo (ed ex soldato) di Tours. La chiesa appartenne con ogni probabilità alla curtis di Mercuriolum, la grande azienda fondiaria, compresa nel villaggio di Mercuriolum, possedimento dei conti di Biandrate e preesistente la fondazione della villanova di Buttigliera. Gli stessi conti donarono la chiesa di San Martino all’Ordine degli Ospitalieri di San Giovanni di Gerusalemme nel XII secolo. Il villaggio di Mercuriolo fu abbandonato nel corso del 400, mentre sopravvisse la chiesa di San Martino. Nel 1799, alla soppressione dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, la chiesa passò di proprietà al Comune. La struttura conserva l’originaria abside semicircolare e nelle sue pareti esterne si trovano varie incisioni e graffiti (XVI – XIX secolo). All’interno si trova un affresco, restaurato negli anni ’90, databile con ogni probabilità al XIII secolo. In Buttigliera si segnala anche la chiesa barocca di San Michele, costruita nel 1758, su disegno del Vittone.

Chiesa di San Martino - c/o Cimitero di San Martino - via San Martino - tel. 0119921812 (Comune di Buttigliera)
Visite: aperta solo durante manifestazioni locali


CANELLI

Abitato di origine romana, presenta il suo nucleo originario alla sommità della collina, dove sono ancora visibili alcuni tratti delle mura difensive medievali. Dal 1929, il castello di fondazione medievale appartiene alla famiglia Gancia, che negli anni ’30 del secolo scorso provvide a un significativo restauro con l’aggiunta di due corpi laterali alla prima pianta quadrata e con la realizzazione di un giardino all’italiana. Particolarità del luogo, noto in tutto il mondo per la produzione di spumante (l’Asti) e Moscato d’Asti, sono le cosiddette "cattedrali sotterranee", cantine storiche scavate nel tufo che formano un suggestivo intrico di gallerie sotto tutto l’abitato. Nelle cantine, a una temperatura costante fra i 12 e i 14 gradi, si affinano i vini che hanno reso celebre Canelli. La suggestione delle gallerie è data anche dai loro diversi stili architettonici: volte a botte, a voltina, locali a navata unica o a più navate, anche su più livelli.

Da visitare:
Chiesa parrocchiale di San Leonardo (sec. XVII)
All’interno, dipinti di G.Aliberti, coro ligneo del 600.
via del Castello, 4 - tel. 0141823208
Visite: giovedì mattina dalle 8.30 alle 10.30 e domenica dalle 10.00 alle 12.00

Chiesa parrocchiale di San Tommaso (sec. XVIII – XIX)
All’interno, fonte battesimale da ara romana.
via Dante Alighieri, 1 - tel. 0141823408
Visite: su prenotazione

Museo Contratto e Cantine Storiche
via G.B. Giuliani, 56 - tel. 0141823349
Visite: solo su prenotazione

Museo Gancia e Cantine Storiche
corso Libertà, 66 - tel. 0141830212
Visite: solo su prenotazione

Enoteca Regionale di Canelli e dell’Astesana
corso Libertà, 65/a - tel. 0141832182
Aperto: dal mercoledì alla domenica dalle 11.00 alle 13.00 e dalle 18.00 alle 19.30


CASTELL’ALFERO

L’antico "Castrum Alferii" conserva intatta la sua identità di luogo strategico di osservazione e di difesa. Il centro storico, su una collina a destra del torrente Versa, è un luogo unico per panorama e caratteristiche architettoniche: la piazza, che si trova alla sommità del colle e che un tempo era parco del castello, è sintesi visiva delle vicende del luogo. Da una parte il castello dei Conti Amico, edificato nel 700 sui resti dell’antica struttura difensiva medievale, dall’altra la chiesa parrocchiale dei S.S. Pietro e Paolo (sec. XVIII – XIX), in un continuum di particolare suggestione ambientale e urbanistica dominante, dai bastioni imponenti, su un ampio orizzonte di colline. Pregevoli gli affreschi settecenteschi del Castello, oggi sede del Comune. Sempre nel Castello si trova il Museo "L Ciar", la galleria del tempo che raccoglie migliaia di oggetti e attrezzi, esposti in fedeli ricostruzioni di ambienti contadini di inizio 900. Nel territorio comunale si segnala la Fabbrica di botti "Gamba", famiglia di bottai da due secoli.

Da visitare:
Castello dei Conti Amico e Museo della vita passata L Ciar
piazza Castello, 2 - tel. 0141406615 e 3358375675 (Comune di Castell’Alfero)
Visite: solo su prenotazione o in occasione di eventi

Chiesa dei S.S. Pietro e Paolo
piazza Castello, 11 - tel. 0141204100
Visite: solo su prenotazione

Fabbrica Botti Gamba
via Statale, 108/b - tel. 0141405930
Visite: solo su prenotazione


CIOCCARO DI PENANGO

Locanda del Sant’Uffizio
L’odierna Locanda è posta laddove, al tempo, sorgeva l’antico podere del Tribunale dell’Inquisizione, dipendente direttamente da Roma. Qui i Domenicani, difensori delle due regole del Tribunale ecclesiastico, allevavano bachi da seta nei sottotetti e producevano vino destinato alla Messa. Il complesso originario risale alla seconda metà del Seicento, ma fu smembrato da Napoleone prima di tornare di proprietà dei legittimi proprietari, per poi essere abbandonato. Dagli anni Ottanta il monastero è diventato la Locanda del Sant’Uffizio, uno dei relais più suggestivi del Piemonte.
Locanda del Sant’Uffizio - strada del Sant’Uffizio, 1 - tel. 0141916292 - thi.it


CISTERNA D’ASTI

Museo di Arti e Mestieri di un tempo
Il castello di Cisterna d’Asti, sede del "Museo di Arti e Mestieri di un tempo", appartenne ai Vescovi di Asti (1041, Diploma dell’Imperatore Enrico II) che lo affidarono alla famiglia Gorzano, per poi passare ai De Mercato. Attraverso alterne vicende storiche (da ricordare, per comprendere la possenza della fortificazione, che nel 500 l’abitato era circondato da imponenti terrapieni, ospitava 300 soldati di guarnigione ed era difeso da più di venti pezzi di artiglieria), il castello fu ceduto nel 1784 dal Vescovo di Asti a Vittorio Amedeo III. Alle fine dell’Ottocento il castello fu donato al Comune di Cisterna. Della fortificazione originaria, restaurata a partire dal Settecento, restano le mura della base, la torre a pianta quadrata, i bastioni, un loggiato a sei arcate e volte con stucchi di soggetti mitologici. Oggi il "Museo di Arti e Mestieri di un tempo" raccoglie più di 3000 oggetti, in ambientazioni a tema. Gli ambienti di lavoro del torronaio, dell’oste, del fabbro, del tabaccaio, del tipografo, per citare soltanto alcuni dei mestieri ricostruiti con utensili e arnesi d’epoca, accolgono il visitatore in un avvincente percorso allestito nel castello e che comprende i luoghi interni della fortificazione di forte suggestione storica.
Museo di Arti e Mestieri di un tempo - piazza Maggiore Hope, 1 - tel. 0141979021 - museoartiemestieri.it
Visite: dal martedì alla domenica dalle 15.00 alle 19.00


COCCONATO

Casa Brina
Il paese sorge su una delle più alte colline del Monferrato astigiano (500 metri sul livello del mare) e la sua storia è caratterizzata da numerose vicende belliche, legate alla posizione strategica del sito. Proprio a causa di tali vicende, del medievale Castello di Cocconato oggi resta soltanto la torre cilindrica a due piani, con merlatura guelfa. A Cocconato grazie alla famiglia Bava si sono svolti, in questi ultimi 20 anni, gli studi internazionali sul vino da Messa, realizzati presso Casa Brina che ne è divenuta sede permanente. Sempre per iniziativa di Casa Bava, produttrice di vini, è attivo anche un punto vendita dei migliori cioccolati d’Italia e del mondo (La Tavoletta del Monferrato) e da quest’anno anche la produzione di un curioso olio di nocciole.
Casa Brina - strada Monferrato, 2 - tel. 0141907083 - bava.it
Visite: dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 12.00 e dalle 14.00 alle 18.00; sabato dalle 8.30 alle 12.00


CASTELNUOVO DON BOSCO

Colle Don Bosco
Sul colle a 2 km dall’attuale centro di Castelnuovo Don Bosco, nacque, il 16 agosto 1815, Giovanni Bosco. Sulla collina che oggi prende il nome dal Santo sorgono il maestoso Tempio (costruito dai Salesiani negli anni ’60 e composto da due chiese sovrapposte), e il centro storico, piccolo villaggio dove Giovanni Bosco visse sino ai 16 anni d’età e che ancora conserva la casa natale del santo, i fienili, le stalle, il prato dove Giovanni, bambino, vide se stesso in sogno circondato da tanti ragazzi, preannuncio della sua futura missione.
Colle Don Bosco - tel. 0119877162 ufficio accoglienza
Aperto: tutti i giorni dalle 8.30 alle 12.00 e dalle 14.30 alle 18.00
Tempio di Don Bosco
Visite: tutti i giorni dalle 7.00 alle 12.00 e dalle 14.00 alle 18.00
Museo Etnologico Missionario - Il Museo espone oltre 2500 oggetti provenienti dalle più lontane terre dove operano i Missionari salesiani.
Visite: tutti i giorni dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 14.30 alle 18.30 (17.30 in inverno); domenica e festivi dalle 9.30 alle 12.00 e dalle 14.00 alle 18.30 (17.30 in inverno). Chiuso tutti i lunedì, a Natale, Pasqua, Ferragosto. Ingresso libero.

Museo della vita contadina dell’800
Visite: tutti i giorni dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 14.30 alle 18.00 (17.00 in inverno); domenica e festivi dalle 9.30 alle 12.00 e dalle 14.00 alle 18.00 (17.00 in inverno). Ingresso libero.

Il centro storico
Comprende la Casetta di Don Bosco, la Casa del fratello Giuseppe, la Cappellina della Madonna del Rosario, il monumento a Mamma Margherita, il monumento a Giovannino giocoliere, il prato del Sogno.
Visite: tutti i giorni dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 14.00 alle 18.00

Santuarietto di Maria Ausiliatrice
Iniziato nel 1915, primo centenario della nascita di Don Bosco e della istituzione della festa liturgica di Maria Ausiliatrice. In esso ha luogo l’adorazione eucaristica animata dalla Famiglia Salesiana dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00


CORTANZE

Castello di Cortanze
Il toponimo deriva da "Curtis Anseris", centro residenziale di carattere rurale, con ogni probabilità fondato dai Franchi. Il castello, eretto nel X secolo, passò in proprietà dal Vescovo di Asti ai Roero, che lo possedettero fino all’Ottocento dopo vari passaggi dai Pelletta agli Asinari, agli Scarampi. Furono i Roero a trasformare il castello in una residenza nobiliare di pregevole ed elegante impostazione architettonica. La pianta attuale del complesso fortificato conserva l’originario disegno a trapezio irregolare, due piccole torri nel lato sud – ovest e un torrione cilindrico merlato. L’edificio è circondato da un parco ottocentesco. Imponenti sono i bastioni e la struttura nel suo insieme, in ottimo stato conservativo sia all’esterno che all’interno. Il Castello è sede di un ristorante.
Castello di Cortanze - via Marchesi Roero, 1 - tel. 0141690917 - castellodicortanze.it


CORTAZZONE

Chiesa di San Secondo
Il più noto e storicamente rilevante monumento del paese è la chiesa romanica di San Secondo (sec. XII). La chiesa conserva la sua struttura originaria, leggibile nella facciata in pietra arenaria con decorazioni antropomorfe e zoomorfe. L’interno è a tre navate, con volte a sesto acuto e capitelli di particolare interesse scultoreo. Nell’abside è conservato un affresco del XIV secolo.
Chiesa di San Secondo - fraz. Mongiglietto - tel. 0141995504 (Comune di Cortazzone)
Visite: tutti i giorni dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00


COSTIGLIOLE D’ASTI

Località confermata da Ottone I ad Aleramo, nel 967, Costigliole possiede un imponente castello, edificato verso la metà del XII secolo e radicalmente ristrutturato nella seconda metà del 600 dalle famiglie Asinari di San Marzano e Verasis. I rifacimenti proseguirono nei secoli successivi, comprendendo la sistemazione del giardino, delle facciate e delle scale (1854) e l’aggiunta di elementi neogotici. Alla fine dell’Ottocento, la proprietà venne divisa fra i Verasis (e da questi a Luigi Medici del Vascello e ai Balduzzi) e la famiglia Luserna di Rorà. Nel 1928, Vittorio Luserna di Rorà vendette la sua porzione di castello alla municipalità. Dal punto di vista dell’enogastronomia territoriale, si segnala la manifestazione "Barbera, il gusto del territorio", organizzata ogni anno a novembre e dedicata ai vini Barbera piemontesi. Il castello è sede anche dell’ICIF (Italian Culinary Institute for Foreigners) e del ristorante Letterario, inaugurato quest’anno in collaborazione con il Premio Grinzane Cavour

Da visitare:
Museo di Arte Sacra - c/o Chiesa della Confraternita di S.Gerolamo (sec. XVII)
via Serratrice, 11 - tel. 0141966028
Visite: chiuso per restauro


MONASTERO BORMIDA

Storicamente, il territorio di Monastero Bormida appartenne a Bonifacio di Clavesana e successivamente a Manfredo II di Saluzzo (1025). Dalla seconda metà del 200 per decreto di Papa Clemente II, fu dato in proprietà ai monaci di Fruttuaria, per poi passare ai Monferrato, ai Carretto, agli Sforza e ai Della Rovere. Il castello, fondato come abbazia, subì rilevanti interventi rinascimentali e barocchi. Di particolare menzione la torre, collegata al castello da un arco (sec. XI). Vi nacque il letterato Augusto Monti, nel 1881.

Da visitare:
Castello medievale (sec. XIV)
Piazza Castello,1 - tel. 014488012 (Comune di Monastero Bormida)
Visite: su prenotazione


MONCALVO

Di origine romana (il toponimo Mons Calvus ne indica il sito non particolarmente boscoso), l’abitato è documentato nel 1164, anno in cui Federico I assegnò il territorio ai Marchesi del Monferrato. L’esistenza di un castello è certa nel 1270. Conteso fra i Paleologi, i marchesi di Saluzzo e, successivamente, i Gonzaga, i Francesi, gli Spagnoli e i Savoia, il castello subì forti distruzioni e rimaneggiamenti. La parte centrale dell’originaria struttura fu trasformata in piazza, ancor oggi centro vitale del paese. La piazza è circondata da un porticato ad est, mentre sul versante settentrionale restano il muro di difesa con due torri ottagonali, due baluardi a pianta circolare e un fossato. Sulla piazza si affaccia il bel Teatro Comunale (1878, costruito sul sedime dell’antico Corpo di guardia secentesco). La particolarità del luogo, oltre al suggestivo centro storico, è la presenza di numerose opere di Guglielmo Caccia detto "il Moncalvo" (Montabone, 1568 – Moncalvo, 1625), il maggior artista piemontese relativamente all’iconografia religiosa di stampo controriformista. Oltre che a Moncalvo, opere di Guglielmo Caccia si trovano ad Asti (Cattedrale), Crea, Chieri, Villanova (parrocchiale di San Martino e San Pietro), Casorzo, Calliano, Penango, Castagnole Monferrato, Montemagno. Al Moncalvo si deve la fondazione, nel 1611, del monastero di Sant’Orsola, oggi sede del Palazzo Civico. A livello di peculiarità enogastronomica si segnala la Fiera del Bue Grasso e la Sagra del Bollito organizzate ogni anno a dicembre e che oggi contano più di 350 edizioni, con una tradizione plurisecolare.

Da visitare:
Chiesa di San Francesco (sec. XIV), con pregevoli i dipinti del Moncalvo.
piazza San Francesco, 1 - tel. 0141917450
Visite: tutti i giorni dalle 16.00 alle18.30; la domenica dalle 9.30 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 16.00

Chiesa della Madonna delle Grazie (sec. XVIII)attribuita al Magnocavallo
via Conciliazione - tel. 0141917450
Visite: su prenotazione


MONCUCCO TORINESE

La prima attestazione dell’esistenza del castello di Moncucco è contenuta in un diploma imperiale del 5 ottobre 1164: in esso l’imperatore Federico I confermava al marchese di Monferrato una lunga serie di possedimenti già nelle sue mani, fra cui appunto il castello di Moncucco. Signori del luogo fra XII e XIV secolo furono i potenti Avvocati del Vescovo di Torino. Nel 200 nacquero in questo castello due cavalieri templari: i fratelli Nicolao e Iacopo. Il primo fu arrestato e processato nell’isola di Cipro; il secondo ricoprì la carica di ultimo Gran Precettore d’Italia dell’Ordine del Tempio al momento della soppressione del 1307.Dall’inizio del Trecento il castello entrò a far parte stabilmente dei domini del Marchesato di Monferrato, cui appartenne fino al 1631, quando con la Pace di Cherasco passò a Casa Savoia. Nel corso del tempo fu feudo dei Grisella di Rosignano, dei Carron di San Tommaso, dei Solaro di Govone e infine dei Melano di Portula. L’edificio, oggi di proprietà comunale, conserva l’originaria struttura medievale, di cui sono ancora visibili numerosi elementi decorativi presenti insieme ai segni delle grandi trasformazioni subite nel corso dell’epoca moderna. Nel paese ha sede la Bottega del Vino di Moncucco.
Comune di Moncucco Torinese
via Mosso, 4 - tel. 0119874701
Visite: solo durante manifestazioni in programma (vedi comune.moncucco.asti.it)

Bottega del Vino di Moncucco e Trattoria del Freisa
via Mosso, 6 - tel. 0119874765 - bottegadelvinodimoncucco.it
Visite: martedì e mercoledì chiusi; lunedì, giovedì e venerdì dalle 15.00 alle 23.00; sabato e domenica dalle 9.00 alle 23.00. Chiuso martedì e mercoledì


MONTECHIARO D’ASTI

Chiesa Santi Nazario e Celso
A 2 km dal centro di Montechiaro si trova la chiesa romanica intitolata ai Santi Nazario e Celso, risalente nella fondazione originaria al XII secolo. Numerosi i rimaneggiamenti successivi, che però non hanno snaturato il particolare effetto cromatico e visivo della costruzione, isolata nella campagna e ben visibile da lontano. L’interno presenta una sola aula, con abside semicircolare. Il portale della facciata è sormontato da arco con decorazioni eleganti e complesse in cotto, arenaria e pietra. Sia il campanile che la chiesa presentano alternanza di mattoni e arenaria, con forte suggestione visiva.
Chiesa Santi Nazario e Celso
regione Reale - tel. 0141999136 (Comune di Montechiaro)
Visite: tutti i giorni dalle 10.30 alle 13.00; sabato e martedì dalle 8.00 alle 13.00 (recarsi in Comune in questi orari per ritirare le chiavi della Chiesa)


MONTIGLIO MONFERRATO

Castello di Montiglio
L’abitato, esistente già prima dell’anno 1000, è caratterizzato dalla presenza del castello, di cui si ha testimonianza dal XII secolo. I rifacimenti e le ricostruzioni successive, necessarie in conseguenza a diverse vicende belliche, hanno conservato vari elementi della struttura medievale. Nel lato sud ovest sono ad esempio ancora in ottimo stato di conservazione il coronamento ghibellino, due bifore e cornici di aperture in cotto e arenaria. Nel parco del castello si trova la Cappella di Sant’Andrea, con il più importante ciclo di affreschi trecenteschi del Piemonte, raffigurante 9 episodi della vita di Gesù. Sempre in Montiglio è possibile visitare la chiesa romanica di San Lorenzo (sec. XII), con capitelli scolpiti.
Castello di Montiglio - castellodimontiglio
Visite: proprietà privata, non è visitabile


NIZZA MONFERRATO

Anche leggendarie, oltre che storiche, le origini del toponimo, che accosta alla romana "Nicia" o "Villa nova Nicie" il termine greco "Nicea", vittoria. La sua esistenza è attestata dal 1021, ma la sua fioritura risale agli anni successivi al 1225, quando l’abitato fu eretto come villanova. Dai marchesi del Monferrato ai Paleologo, da Carlo Emanuele I di Savoia al duca di Mantova, la storia del luogo dimostra quanto fosse ambito il suo strategico dominio. Notevoli, di conseguenza, le modifiche e i rifacimenti dell’originaria struttura fortificata, di cui oggi resta come monumento significativo la torre quadrata, attuale sede del Municipio. Fra le caratteristiche enogastronomiche si segnalano la coltivazione del "cardo gobbo" e la produzione di Barbera.

Da vedere:
Palazzo Comunale (XVI sec., con rifacimenti successivi) - piazza Martiri d’Alessandria, 19 - tel. 0141720511
Visite: non sono previste

Museo Bersano delle Contadinerie e delle Stampe sul vino - iazza Dante - tel. 0141720211
Visite: da martedì a sabato dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 19.99; domenica dalle 9.30 alle 13.00

Enoteca Regionale – Palazzo Crova - via Crova, 2 - tel. 0141793350 - enotecanizza.it
Visite: da mercoledì a domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 20.00


PIEA

Castello di Piea
Il Castello venne edificato prima del 1153 come attestano le strutture delle volte delle cantine e le fondamenta. Ne furono primi signori i de Playa; dalla fine del Duecento il feudo di Piea comincia a essere spezzato in varie parti fino al 1473 quando torna di un solo Signore, Percivalle Roero. Dopo varie contese tra la Santa Sede e i Savoia Carlo Roero ne ottiene il possesso e inizia i restauri: nel 1762 alcune sale furono mirabilmente decorate dai fratelli Galliani. L’edificio è particolarmente interessante, sia dal punto di vista storico che architettonico. Attualmente il Castello è dimora privata e ospita periodicamente importanti aste di antiquariato che conferiscono alle sale l’antico splendore.
Castello di Piea - Il castello è di proprietà privata. Disponibilità per visite ed eventi: tel. 0141901641


PORTACOMARO

L’esistenza del paese è documentata già nei decenni precedenti l’anno 1000. Conteso fra Asti e i marchesi del Monferrato, appartenne ai Visconti e, dal XVII secolo, al capo generale delle finanze di Carlo Emanuele I di Savoia, Nicolò Coardi. Del castello medievale restano tratti di mura del ricetto e una torre a pianta circolare (che oggi ospita la Bottega del Grignolino e nei cui locali si possono mangiare i piatti tipici della zona abbinati ai migliori esemplari del vino principe di questo paese).

Da vedere:
Chiesa parrocchiale di San Bartolomeo (XVI secolo, con rifacimenti ottocenteschi in stile barocco) - All’interno, altare settecentesco in marmo policromo e altare ligneo seicentesco, con dorature e dipinti) - via Berrutti, 3 - tel. 0141202131
Visite: su prenotazione

Chiesa romanica di San Pietro (sec. XII), con un portale in pietra, decori architettonici ad archetti e affreschi quattrocenteschi - viale Stefano Degiani - tel. 0141202627 (Comune di Portacomaro)
Visite: su prenotazione

Chiesa della Confraternita dell’Annunziata o dei Battuti (sec. XVIII), che ospita ogni anno, a fine aprile, la festa dei caritin, dolci del luogo - via Rosa - tel. 0141202131
Visite: su prenotazione

Chiesa di San Dalmazio (sec. XVIII) - via Maestra, 2 - frazione Migliandolo - tel. 0141299121
Visite: su prenotazione

Chiesa di San Rocco (sec. XII), con affreschi trecenteschi, si trova nell’area cimiteriale - tel. 0141202131
Visite: solo durante la festa patronale

Bottega del Grignolino - piazza Marconi, 16 - tel. 0141202666
Visite: tutti i giorni dalle 9.30 alle 14.30 e dalle 19.00 alle 23.00. Chiuso domenica sera e lunedì


Nei dintorni:
Possedimento dei Monferrato dal 1167, Castagnole Monferrato fu luogo ambito da Asti, dai Guasco, dai Falletti. Del castello medievale restano oggi le mura di cinta e alcuni tratti di mura inglobati in edifici più recenti. Fra i prodotti tipici, in particolare vini, si segnala la produzione di Ruché, vino particolarmente apprezzato e che completa la gamma delle enologiche locali (Barbera d’Asti, Barbera Monferrato e Grignolino).
Da visitare:
Chiesa di San Martino (sec. XVIII) conserva un dipinto del Moncalvo e acquasantiere di pregio)
Chiesa barocca dell’Annunziata
Chiesetta di San Rocco (sec. XVII) - tel. 0141292140
Visite: su prenotazione


Montemagno prende nome dalla posizione particolarmente elevata del paese, attestato già in documenti dell’anno 974. Il castello fu costruito fra il XI e il XII secolo e sottoposto per lungo tempo al vescovo di Asti, sebbene la giurisdizione fosse nominalmente dei Marchesi del Monferrato. A seguito di alterni scontri fra Asti e i Monferrato, venne venduto nel XIV secolo ai Turco e, attraverso vari passaggi, giunse ai Conti Calvi di Bergolo, tuttora proprietari. Il complesso fortificato, in ottime condizioni strutturali, ha pianta a trapezio e corte ovale; conserva tre torri e un originario fossato.
Da vedere:
Castello - via Conte Calvi - tel. 014163497 (custodi)
Visite: su prenotazione, il castello è proprietà privata

Chiesa parrocchiale barocca dei S.S. Martino e Stefano (sec. XVIII) - piazza San Martino - tel. 0141924146
Visite: domenica dalle 10.30 alle 12.30

Chiesa di Santa Maria della Cava, con affreschi del XV secolo - via della Cava - tel. 014163575/63129 (Comune)
Visite: su prenotazione

Chiesa della SS. Trinità (sec. XVII) - piazza San Martino - tel. 0141924146
Visite: su prenotazione per gruppi

Chiesa della confraternita di S. Michele Arcangelo (sec. XVIII) - piazza San Martino - tel. 0141924146
Visite: su prenotazione per gruppi


GRAZZANO BADOGLIO

Grazzano Badoglio originariamente si chiamava Grazzano Monferrato, nel 1939 l’appellativo "Monferrato" fu sostituito con l’attuale in onore del maresciallo d’Italia Pietro Badoglio cui ha dato i natali nel 1871. La Chiesa parrocchiale è adiacente l’abbazia dove si notano il balconcino della casa abbaziale, la torre campanaria in stile romanico, il portale datato 1766. Nella cappella del Rosario c’è la tomba di Aleramo, ricordato nell’affresco attribuito a Guglielmo Caccia detto Il Moncalvo. La tomba, trasferita dal peristilio dell’antica chiesa abbaziale alla cappella laterale della parrocchia, è ornata da un antico mosaico. Una grande croce sormonta l’altare. Il coro ligneo del 500 è adiacente la sagrestia nella quale è custodito il braccio reliquiario di San Vittore che viene portato in processione il 14 maggio.
Chiesa parrocchiale SS. Vittore e Corona - Via SS. Vittore E Corona, 6 - tel. 0141925123
Visite: su prenotazione


ROCCAVERANO

Concesso nel 967 da Ottone I ad Aleramo, il territorio di Roccaverano appartenne in seguito a Bonifacio del Vasto e ai suoi discendenti. Uno di questi, Bonifacio del Carretto, fece costruire il castello di Roccaverano all’inizio del XIII secolo. Nel 1337, il feudo fu venduto agli Scarampi. Dal 1771 appartenne ai Savoia. Della struttura fortificata restano oggi la torre, a pianta circolare, e parti delle mura. Oltre alle particolarità storiche, si segnala la rinomanza del luogo come centro di produzione della robiola D.O.P. di Roccaverano.

Da vedere:
Chiesa parrocchiale dell’Annunziata (sec. XVI) - chiesa di derivazione bramantesca - piazza Barbero, 1 - tel. 014493026
Visite: sempre aperta

Chiesa romanica di San Giovanni - La Chiesa ospita all’interno, il più imponente e completo ciclo di affreschi gotici dell’Astigiano - regione San Giovanni - tel. 014493026 (abitazione parroco)
Visite: arrivati sul luogo chiedere la chiave alla famiglia Barbero


SAN DAMIANO D’ASTI

Testimoniato a livello documentario nel 1275, il paese appartenne ai marchesi del Monferrato, ai Visconti, ai Francesi e, dal 1628, ai Savoia. Teatro di scontri di guerra per più secoli, possedeva una struttura fortificata, che subì lo smantellamento alla fine del Settecento. Della struttura resta oggi una torre, affiancata alla chiesa parrocchiale dei SS. Cosma e Damiano, a pianta circolare.

Da vedere:
Chiesa parrocchiale dei SS. Cosma e Damiano (sec. XV – XVIII)
Il suo campanile, a pianta circolare, era una delle torri medievali della cinta muraria - piazza S.S. Cosma e Damiano, 1 - tel. 0141975055
Visite: tutti i giorni dalle 8.30 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 19.00

Chiesa parrocchiale di San Vincenzo (sec. XV – XVIII) - via San Vincenzo - tel. 0141982288
Visite: su prenotazione

Chiesa barocca di San Giuseppe (sec. XVIII) - via San Giuseppe, 1 - tel. 0141971087
Visite: su prenotazione

Palazzo Comunale (sec. XVIII) - piazza Libertà, 1 - tel. 0141975056
Visite: su prenotazione


SAN MARTINO ALFIERI

Il castello
Il castello, la cui esistenza è già attestata nel 1237, appartenne ai Conti Alfieri dal 1621. Dalla seconda metà del XVII secolo presero avvio i lavori di ristrutturazione del complesso fortificato, al fine di renderlo residenza signorile. È da ascrivere all’architetto Ernesto Melano la modifica della facciata sud del castello e all’architetto Kurten (1815) la modifica del preesistente giardino all’italiana in parco all’inglese. Soggiornarono nel castello l’architetto Benedetto Alfieri, al quale si deve il disegno edilizio e urbanistico di molti luoghi del centro storico di Asti, e il poeta Vittorio Alfieri. L’ultimo dei discendenti della nobile famiglia in linea maschile, Carlo Alfieri, si unì in matrimonio con Giuseppina Cavour, nipote del Conte Camillo Benso. Alla morte delle due figlie di Carlo Alfieri, il castello divenne proprietà del nipote, marchese Visconti di Venosta, e in seguito (1982) del cugino, Marchese Casimiro San Martino di San Germano, famiglia dalla quale discendono le attuali proprietarie. Il castello è oggi sede dell’Azienda Agricola Marchesi Alfieri, che comprende 24 ettari di terreno a vigneto, di cui 15 ettari coltivati a barbera.
Az. Agr. Marchesi Alfieri - piazza Alfieri, 28 - tel. 0141976015 -marchesialfieri.it
Visite: tutti i giorni dalle 8.30 alle 12.00 e dalle 14.00 alle 18.30; sabato e domenica su prenotazione
Provincia di Alessandria

Chiesa di Santa Giustina
SEZZADIO

L'impianto originale della chiesa risale al 722. Nel 1030 i monaci benedettini fondarono l'omonima abbazia, mentre nel 1033 la chiesa fu quasi completamente ricostruita e ampliata dal marchese di Sezzadio, Oberto. In tempi moderni, nel 1956 cominciò l'opera di restauro della chiesa, unica superstite degli antichi edifici appartenenti al monastero.
Chiesa di Santa Giustina – Villa Badia – via Badia, 53 – tel. 0131703659 - www.villabadia.com




Palazzo Callori
VIGNALE MONFERRATO

L'edificio è l'antica residenza dei signori di Vignale, risalente al XV secolo e ampliato nel corso del XVII secolo. Oggi è sede dell'Enoteca Regionale del Monferrato, a disposizione per produttori e consumatori.
Palazzo Callori - Enoteca Regionale del Monferrato – piazza del Popolo, 12 – tel. 0142933243 – www.enotecadelmonferrato.it




Castello di Uviglie
ROSIGNANO MONFERRATO

Adagiato sui colli a Est di Rosignano, il castello fu costruito tra il 1239 e il 1271 dalla famiglia dei Paucaparte. È il 1879 quando subentra il Conte Cacherano di Bricherasio, socio fondatore della Fiat. Dal 1992 la Tenuta del Castello diventa sede di coltivazione viticola, che prosegue ancora oggi.
Tenuta e Castello di Uviglie – via Castello di Uviglie – fraz. San Martino – tel. 0142488132 – www.castellodiuviglie.com




Castello Sannazzaro
GIAROLE

Il Castello medievale di Giarole fu edificato nel XII secolo e restaurato nell'800, epoca alla quale risalgono anche gli interni. Da sempre appartenuto alla famiglia Sannazzaro, oggi lo si può ammirare in tutto il suo plendore: con i mattoni a vista e il vasto parco attraversato dal torrente Grana.
Castello Sannazzaro - via Roma, 5 - tel. 3472505519 - www.castellosannazzaro.it




Mazzetti d'Altavilla distillatori dal 1846
ALTAVILLA MONF.TO

Dopo avere ammirato il centro storico di Altavilla, ancora racchiuso dalla cinta muraria con rari esempi di palazzi barocchi e dell'800, si può visitare la nota distilleria. Da visitare in azienda la cappella votiva "La Rotonda" e la mostra "Lo Spirito, il Sogno e l'Arte", di Luca dall'Olio.
Mazzetti d’Altavilla distillatori dal 1846 - viale Unità d'Italia, 2 – tel. 0142926147




Il Castello Reale
OVIGLIO

Il castello assunse il nome attuale dopo l'acquisto da parte della regina Cristina di Savoia, e già nel 1908 venne dichiarato monumento nazionale per la sua arte e la sua storia. Oggi ospita un relais di grande stile, con 9 suites alle quali si accede passando per le antiche cantine, le sale, il deambulatorio e la biblioteca, abilmente ristrutturati.
Castello Reale di Oviglio – via XXIV Maggio, 1 – tel. 0131776166 – www.castellodioviglio.it




Castello di Redabue
MASIO

Il Castello di Redabue, ai confini tra la provincia di Alessandria e quella di Asti, risale con molta probabilità al XIII secolo, anni a cui risale la datazione di alcuni archi di tufo alternati a mattoni. Oggi sono aperti al pubblico gli spazi dell'antica cantina, alla base del castello, e la chiesta adiacente, disegnata da Filippo Juvarra come prototipo della Basilica di Superga. Di rara suggestività il parco, che si estende per oltre dieci ettari con piante secolari come il lauro, il salice e l'ippocastano. Il Castello di Redabue ha a disposizione anche mini appartamenti, ristrutturati di recente nei locali del fattore, che danno sulla corte medievale antistante il castello.
Castello di Redabue – strada Redabue, 5 – tel. 3406589310 e 3483395880 – www.redabue.it




Villa Perona
CELLA MONTE

Villa Perona sorge proprio dove un tempo c'era l'antico castello di Cella Monte. Creata nel 1874 interamente in tufo, è famosa per i suoi “infernott”. Oggi è agriturismo con
parco, corte padronale e villa gentilizia, gestita dalla famiglia Pigino. A Villa Perona si potrà poi pernottare nelle camere della casa padronale, pranzare e degustare i vini dell’azienda.
Villa Perona - strada Perona, 1 – tel. 0142488280




Castello di Lignano
FRASSINELLO MONFERRATO

Il passato del Castello di Lignano è ricco di storia e di suggestioni. Le sue origini, incerte, risalgono all'epoca romana. All'interno del maniero oggi è attiva un'azienda agricola vitivinicola, che estende le sue vigne sulla collina circostante, per un totale di quindici ettari.
Castello di Lignano – strada Castello di Lignano, 1 - tel. 0142925326 – www.castellodilignano.com


Castello di Razzano
ALFIANO NATTA

Il castello sorge su un antico sito romano, con un impianto originale risalente con molta probabilità alla metà del IX secolo. La preziosa dimora nobiliare è del 1697, e conobbe momenti di particolare prestigio nel Settecento grazie alla famiglia Caligaris, che ne conservò la proprietà per oltre 200 anni. Dagli anni Sessanta la proprietà è passata alla famiglia Olearo che ha ridato al castello l'originario splendore, utilizzando le antiche cantine per la produzione di vini. All'interno del maniero è presente un relais con suites che si affacciano sulla bella corte con un rigoglioso giardino all'italiana. Il Castello di Razzano è anche un suggestivo relais con 9 camere. Le cantine ospitano anche un ricco museo delle contadinerie.
Tenuta Castello di Razzano – loc. Razzano, 2 – tel. 0141922124 - www.castellodirazzano.it




Tenuta Isabella
MURISENGO

La frazione di Corteranzo si erge dall'alto delle sue colline a dominare il territorio circostante. Qui prevalgono, da tempi immemorabili, le coltivazioni di viti che donano abbondanti uve per la produzione di ottimi vini. La Tenuta Isabella, con i locali del nuovo relais, la Canonica di Corteranzo, ha salvato alcune costruzioni storiche del paese.
Tenuta Isabella - fraz. Corteranzo - via Gianoli, 64 – tel. 0141693000




Locanda dell'Arte
SOLONGHELLO

Dove nel Settecento sorgeva un asilo d'infanzia gestito dalle suore, oggi trovano spazio 15 appartamenti dotati di ogni comfort. Ma la Locanda dell'arte non è solo uno stupendo relais, ma anche un museo dove gli ospiti trovano stampe e dipinti da ammirare, bei libri d’arte da consultare. Questo sarà il suggestivo scenario della cena tematica della prima Resistenza Umana a numero chiuso e aperta a tutti i soci del Club di Papillon. Il menu di stampo rinascimentale evocherà le ricette di Bartolomeo Scappi, "cuoco secreto" alla corte di Pio V. Consultate il menu. Prezzo della cena: € 30 per i soci, € 35 per i non soci.
Locanda dell'arte – via Asilo Manacorda, 3 – tel. 0142944470 - cell. 3337853342 – www.locandadellarte.it




Castello di Camino
CAMINO MONFERRATO

Edificato attorno all'anno 1000, nel 1323 il maniero passò nelle mani della famiglia Scarampi, banchieri di Asti, e così rimase fino al 1950. Per merito delle numerose opere di restaturo e di un ottimo stato di conservazione, possono ancora essere ammirate le mura e le torri merlate, parte del nucleo originario. Del Settecento la costruzione delle finestre ad arco sulla sommità della torre, la posa dei balconi in pietra sulla facciata e il rifacimento dello scalone e della sala dal ballo. All'interno del castello oggi vengono prodotti i vini tipici del Monferrato, e nell'ala sinistra del maniero è stata realizzata un'affascinante foresteria con 22 camere.
Castello di Camino – via Castello, 30 – tel. 0142469134 o tel. 01611895157 (Bieffepi Consulenze) - Visite: su prenotazione – www.castellodicamino.it




Ca' San Sebastiano
CAMINO MONFERRATO

Nel cuore del Monferrato sorge questo wine-resort ambientato in un antico casale ristrutturato con cura: dieci alloggi dove potere navigare in internet, due panoramiche piscine, un centro benessere dove si pratica la wine therapy e tante attività come corsi di cucina, gite in mountain bike, degustazioni di vini...
Ca' San Sebastiano – fraz. Castel San Pietro - via Ombra, 10-12 – tel. 0142945900 - cell. 3395030545 - www.casansebastiano.it - info@casansebastiano.it




Sacro Monte di Crea
Comune di Serralunga di Crea
SERRALUNGA DI CREA

La costruzione risale al 1589, e dal 1820, anno dell'ultimo ampliamento, il Sacro Monte di Crea è costituito dalla basilica, 23 cappelle maggiori e cinque minori, dette romitori. A fare da cornice, il Parco naturale (con area attrezzata) del Sacro Monte di Crea. Ha un'estensione di quasi 50 ettari, e fu istituito dalla Regione Piemonte nel 1980 per tutelare anche i beni ambientali in cui è inserito il complesso del Sacro Monte.
Sacro Monte di Crea – Cascina Valperone, 1 - Ponzano (Al) - tel. 0141927120 - www.parcocrea.it




Chiesa Santi Filippo e Michele
VILLAMIROGLIO

Nel Comune di Villamiroglio è stata edificata nel XVIII secolo questa bella chiesa in cotto, con lesene verticali che la dividono in tre parti e con un timpano sinuoso, che richiama lo stile Barocco.
Chiesa Santi Filippo e Michele – Villamiroglio. Per info: Associazione Culturale “C'era una volta...” di Villamiroglio – tel. 0142947235 - 0142947256




Castello di Gabiano
GABIANO

Le documentazioni parlano di un maniero fondato dallo stesso Aleramo all'estremo Nord-Ovest dell'attuale provincia di Alessandria, già nel VIII secolo. È tuttavia dal 1164, con l'investitura di Gugliemo II del Monferrato per mano di Federico I, che il castello diventa nodo strategico per il Monferrato. Dopo un attento restauro compiuto attorno al 1920, oggi è sede di importanti attività culturali e di un'azienda vitivinicola.
Castello di Gabiano – via San Defendente, 2 – tel. 0142945004 – www.castellodigabiano.com




Museo dei Campionissimi
NOVI LIGURE

Parlando di ciclismo, la memoria non può che portare a Novi Ligure, la "cittá dei campionissimi" e di tanto ciclismo pedalato e organizzato. Costante Girardengo, novese purisangue, e Fausto Coppi, che in questa cittá ebbe il battesimo sportivo e visse praticamente tutta la vita. Già dal viale che ospita il Museo, omonimo e intitolato ai Campionissimi, il visitatore viene accompagnato da alcune opere d’arte che, attraverso un percorso tra i materiali e le forme, lo introducono alla bicicletta ed alle sue rappresentazioni artistico-simboliche.
Apertura al pubblico a seconda degli eventi - Informazioni e prenotazioni per gruppi: Iat - tel. 014372585




ACQUI TERME

L'antico nome romano della città, Aquae Stellae, allude all'abbondante presenza di acque termali, le stesse di cui già Plinio il Vecchio scriveva nel I secolo d.C. Dopo la scomparsa di numerose strutture nel corso dei secoli, dagli anni Trenta ad oggi le Terme di Acqui hanno vissuto una costante crescita, sia strutturale sia qualitativa, puntando sulla ricerca scientifica relativa alla fangobalneoterapia, Nella piazza della Bollente, l'acqua sgorga dall'antica sorgente a 75° C. Merita una visita il Castello dei Paleologi, utilizzato nei tempi dal vescovo di Acqui Terme come residenza privata, quindi passato nelle mani della famiglia dei Paleologi e di altre importanti famiglie nobili. Oggi ospita le collezioni del Museo Civico Archeologico.
Terme di Acqui – via XX Settembre, 5 – tel. 0144324390 – www.termediacqui.it
Enoteca Regionale di Acqui Terme c/o Palazzo Robellini – piazza Levi, 7 – tel. 0144770273/4 – Visite: tutti i giorni (festivi compresi), 10-12,30 e 15,30-19 – chiuso lunedì e mercoledì.
Castello dei Paleologi - via Morelli, 2 - tel. 014457555





Provincia di Asti

Locanda del Sant’Uffizio
PENANGO

L’abitato di Penango è documentato prima dell’anno 1000. Da visitare nei giorni di Golosaria: la Chiesa parrocchiale barocca di San Grato (sec. XVIII), riconducibile come disegno architettonico al Magnocavallo e la Chiesa parrocchiale di San Vittore (originaramente romanica; ricostruita nel XVIII secolo), in frazione Cioccaro. Proprio a Cioccaro di Penango l'ex monastero Locanda del Sant’Uffizio, ora relais di charme immerso nel cuore del Monferrato: una costruzione secentesca, gradevolmente austera, conserva negli ampi spazi il silenzio delle sue antiche origini ecclesiastiche. Circondata da un parco centenario e affacciata su un grazioso giardino all'italiana.
Locanda del Sant’Uffizio - strada del Sant'Uffizio, 101 – tel. 014116292 – www.thi.it




Castello di Cortanze
CORTANZE

Il castello, eretto nel X secolo gode di un bellissimo panorama ed è circondato da un parco ottocentesco: imponenti sono i bastioni e la struttura nel suo insieme, in ottimo stato conservativo sia all’esterno che all’interno. Il castello di Cortanze è anche ristorante e ha disponibilità di 12 stanze per pernottamento.
Castello di Cortanze - via Marchesi Roero, 1 - tel. 0141690917 - www.castellodicortanze.it




Comune di Castell'Alfero
CASTELL'ALFERO

Il centro storico è un luogo unico per panorama e caratteristiche architettoniche. Da una parte il castello dei Conti Amico, edificato nel ‘700, dall’altra la chiesa parrocchiale dei S.S. Pietro e Paolo (sec. XVIII – XIX). Iniziative:
Comune di Castell’Alfero - tel. 0141406615 – cell. 3358375675
www.castellalfero.net - info@castellalfero.net




Chiesa romanica dei S.S. Nazario e Celso
MONTECHIARO D’ASTI

A 2 km dal centro di Montechiaro si trova la chiesa romanica intitolata ai Santi Nazario e Celso, risalente al XII secolo.
Comune di Montechiaro - tel. 0141999136


Chiesa romanica di San Secondo
CORTAZZONE

l più noto e storicamente rilevante monumento del paese è la chiesa romanica di San Secondo (sec. XII). Decorazioni e capitelli di particolare interesse storico.
Comune di Cortazzone – tel. 0141995504




Azienda Vitivinicola Bava
COCCONATO

Il paese sorge su una delle più alte colline del Monferrato astigiano (500 metri sul livello del mare) e la sua storia è caratterizzata da numerose vicende belliche. Proprio a causa di tali vicende, del medievale castello di Cocconato oggi resta soltanto la torre cilindrica a due piani, con merlatura guelfa.
A Cocconato si trova Bava, azienda vitivinicola e di invecchiamento fra le più note del Piemonte. La famiglia possiede vigneti nel paese di Cocconato sin dal 1600, ma è dal 1911 che è nata la casa vinicola propriamente detta.
Azienda Vitivinicola Bava - strada Monferrato, 2 - tel. 0141907083 - bava@bava.com




Abbazia di Vezzolano
ALBUGNANO

Vero e proprio gioiello storico e architettonico dell’arte romanica l'Abbazia di Vezzolano, faceva parte di un complesso religioso edificato nel XII secolo. All’interno della chiesa, notevole è il tramezzo, pezzo unico di romanico piemontese; splendido il piccolo chiostro e notevoli gli affreschi, fra i quali il “Contrasto fra tre vivi e tre morti” che evoca la “foresta di Vezzolano” di Carlo Magno.
Abbazia di Vezzolano - telefono custode: 0119920607




Colle Don Bosco
CASTELNUOVO DON BOSCO

Sul colle a 2 km dall’attuale centro di Castelnuovo Don Bosco, nacque, il 16 agosto 1815, Giovanni Bosco. Sulla collina che oggi prende il nome dal Santo sorgono il maestoso Tempio (costruito dai Salesiani negli anni ’60 e composto da due chiese sovrapposte) e il Centro storico, piccolo villaggio dove Giovanni Bosco visse sino ai 16 anni d’età e che ancora conserva la casa natale del santo, i fienili, le stalle, il prato dove Giovanni, bambino, vide se stesso in sogno circondato da tanti ragazzi, preannuncio della sua futura missione.
Oltre al Tempio, sono visitabili il Museo Etnografico, la casa natale e il Santuario di Maria Ausiliatrice, eretto nel 1915 nel primo centenario della nascita di Don Bosco (apertura
giornaliera; pausa di chiusura delle 12 alle 14).
Info: tel. 0119877162




Castello di Moncucco
MONCUCCO TORINESE

La prima attestazione dell'esistenza del castello di Moncucco è contenuta in un diploma imperiale del 5 ottobre 1164. Nel '200 nacquero in questo castello due cavalieri templari: i fratelli Nicolao e Iacopo. L’edificio, poi passato ai Savoia, oggi di proprietà comunale, conserva l’originaria struttura medievale, e al suo interno è allestito il Museo del Gesso.. Nel paese di Moncucco ha anche sede la Bottega del Vino di Moncucco.
La Trattoria del Freisa – via Mosso, 6 – tel. 0119874765 www.trattoriadelfreisa.it oppure Segreteria Bottega del Vino - tel. 0119927028 www.bottegadelvinodimoncucco.it



Castello di Piea
PIEA

L’insediamento di Piea risale all’epoca romana ed è appartenuto ai Roero e ai Savoia (XVIII sec.). L’edifico è particolarmente interessante, sia dal punto di vista storico che archittettonico. Se ne segnala l’ottimo stato di conservazione.
Info: tel. 0141901641



Aramengo e Guido Nicola
ARAMENGO

Il paese presenta un’interessante chiesa parrocchiale, dedicata a Sant’Antonio Abate (sec. XVIII), con dipinti attribuibili alla scuola del Moncalvo. Relativamente alle particolarità enogastronomiche, si ricordano soprattutto tartufi, salumi e pregiati vini. Qui è attivo il laboratorio di restauro di Guido Nicola, uno dei più importanti restauratori del mondo.
Info: Comune di Aramengo - tel. 0141909129).




Bottega del Grignolino
PORTACOMARO

Nel torrione medievale splendidamente conservato si trova la Bottega del Grignolino, accurata selezione del vino più noto del territorio. Annesso alla Bottega del Grignolino è il Ristorante della Bottega del Grignolino; tra i piatti proposti, si segnalano gli Agnolotti ai tre arrosti (vitello, coniglio, maiale), il Risotto del Torrione (con salsiccia, funghi, piselli, dadini di prosciutto e pollo), Brasato alla Monferrina e Tajarin.
Bottega del Grignolino: Visite dalle ore 9 alle 18.
Ristorante della Bottega del Grignolino - piazza Marconi,16 - tel. 0141202666
Orari d’apertura: dalle 12.30 alle 14.30 e dalle 20.00 alle 21.30. Consigliata la prenotazione. Per gruppi oltre le 30 persone: prenotazione indispensabile con anticipo di 2 settimane. Per gruppi inferiori alle 30 persone: prenotazione con anticipo di almeno 3 giorni.




Chiesa romanica di San Martino
BUTTIGLIERA D’ASTI

Il paese, sorto nel XIII secolo, è noto per possedere il campanile più alto del Monferrato (63 metri). Il monumento più rilevante è la chiesa romanica intitolata a San Martino vescovo di Tours (sec. X), attualmente compreso nell’area cimiteriale. All’interno si trova un affresco databile con ogni probabilità al XIII secolo. In Buttigliera si segnala anche la chiesa barocca di San Michele, costruita nel 1758.
Info: Comune di Buttigliera d’Asti – tel. 0119921812


Castello e Chiesa romanica
MONTIGLIO MONFERRATO

L’abitato, esistente già prima dell’anno 1000, è caratterizzato dalla presenza del castello, di cui si ha testimonianza dal XII secolo. Nel parco del castello si trova la Cappella di Sant’Andrea, con il più importante ciclo di affreschi trecenteschi del Piemonte. Sempre in Montiglio è possibile visitare la chiesa romanica di San Lorenzo (sec. XII).
Per visite al castello: tel. 3683354476. Info: Municipio di Montiglio: tel. 0141994008 - cell. 3356915703 – Iat di Montiglio: tel. 0141994006




Castello di San Martino Alfieri
SAN MARTINO ALFIERI

Nel castello, la cui esistenza è già attestata nel 1237, soggiornarono l’architetto Benedetto Alfieri e il poeta Vittorio Alfieri. Il castello è oggi sede dell’Azienda Agricola Marchesi Alfieri, che comprende 24 ettari di terreno a vigneto, di cui 15 ettari coltivati a barbera.
Info: tel. 0141976015 - www.marchesialfieri.it - info@marchesialfieri.it. Per gruppi, necessaria la prenotazione.


Castello di Cisterna d'Asti - Museo di arti e mestieri
CISTERNA D’ASTI

Nel castello, che risale al '500 è da visitare il Museo che raccoglie più di 3000 oggetti in ambienti di lavoro del torronaio, dell’oste, del fabbro, del tabaccaio, del tipografo.
Visite guidate (ultimo ingresso ore 18).
Biglietto d’ingresso: 2 euro.

Info: tel. 0141979021 - www.museoartiemestieri.it - info@museoartiemestieri.it




MONCALVO

Di origine romana (il toponimo Mons Calvus ne indica il sito non particolarmente boscoso), l’abitato è documentato nel 1164, anno in cui Federico I assegnò il territorio ai Marchesi del Monferrato. L’esistenza di un castello è certa nel 1270. Conteso fra i Paleologo, i marchesi di Saluzzo e, successivamente, i Gonzaga, i Francesi, gli Spagnoli e i Savoia, il castello subì forti distruzioni e rimaneggiamenti. La parte centrale dell’originaria struttura fu trasformata in piazza, ancor oggi centro vitale del paese. La piazza è circondata da un porticato ad Est, mentre sul versante settentrionale restano il muro di difesa con due torri ottagonali, due baluardi a pianta circolare e un fossato. Sulla piazza si affaccia il bel Teatro Comunale (1878, costruito sul sedime dell’antico Corpo di guardia secentesco).
La particolarità del luogo, oltre al suggestivo centro storico, è la presenza di numerose opere di Guglielmo Caccia detto “il Moncalvo” (Montabone, 1568 – Moncalvo, 1625), il maggior artista piemontese relativamente all’iconografia religiosa di stampo controriformista. Oltre che a Moncalvo, opere di Guglielmo Caccia si trovano ad Asti (Cattedrale), Crea, Chieri, Villanova (parrocchiale di San Martino e San Pietro), Casorzo, Calliano, Penango, Castagnole Monferrato, Montemagno. Al Moncalvo si deve la fondazione, nel 1611, del monastero di Sant’Orsola, oggi sede del Palazzo Civico.
Da segnalare, inoltre, la Fiera del Bue Grasso, la Sagra del Bollito e la Fiera del Tartufo organizzate ogni anno.
Da visitare:
Chiesa di San Francesco (sec. XIV) – piazza San Francesco, 1 – tel. 0141917450
Pregevoli i dipinti del Moncalvo.
Chiesa della Madonna delle Grazie (sec. XVIII) – via Conciliazione – tel. 0141917450
Questa chiesa è attribuita al Magnocavallo.




ASTI

Nella città di Asti merita una visita la Cripta e il Museo di Sant'Anastasio , una duplice realtà di sito archeologico e sede museale con collezioni di capitelli in arenaria, capitelli, mensole, conci d’arco scolpiti e bassorilievi. Meritevole di interesse anche il Complesso di S. Pietro e Musei Paleontologico e Archeologico. Il Complesso comprende la chiesa rotonda (XII sec.), la contigua cappella Valperga, il chiostro e parte dell’antica casa priorale (sec. XIII). Nei locali della casa priorale hanno sede i Musei Paleontologico e Archeologico.
Altre informazioni su musei, monumenti e istituti culturali astigiani si possono trovare sul sito internet del Comune di Asti agli indirizzi: Ufficio Cultura del Comune di Asti e e Ufficio Turismo del Comune di Asti.

Cripta di Sant'Anastasio - corso Alfieri, 365/A - tel. 0141437454/399489
Complesso di San Pietro - corso Alfieri, 2 - tel. 0141353072/399489 - Apertura: novembre-marzo da martedì a domenica 10–13 e 15–18; aprile-ottobre da martedì a domenica 10–13 e 16–19.




NIZZA MONFERRATO

Anche leggendarie, oltre che storiche, le origini del toponimo, che accosta alla romana “Nicia” o “Villa nova Nicie” il termine greco “Nicea”, vittoria. La sua esistenza è attestata dal 1021, ma la sua fioritura risale agli anni successivi al 1225, quando l’abitato fu eretto come villanova. Dai marchesi del Monferrato ai Paleologo, da Carlo Emanuele I di Savoia al duca di Mantova, la storia del luogo dimostra quanto fosse ambito il suo strategico dominio. Notevoli, di conseguenza, le modifiche e i rifacimenti dell’originaria struttura fortificata, di cui oggi resta come monumento significativo la torre quadrata, attuale sede del Municipio.
Fra le caratteristiche enogastronomiche si segnala la coltivazione del “cardo gobbo” e la produzione di Barbera.
Da vedere:
Palazzo Comunale – piazza Martiri d'Alessandria, 19 – tel. 0141720511
Palazzo Crova – Sede della Biblioteca Civica – via Gozzellini - tel. 0141726898
Museo Bersano delle Contadinerie e delle Stampe sul vino – piazza Dante - tel. 0141720211
Enoteca Regionale - via Crova 2 - Tel. 0141793350 - www.enotecanizza.it - Apertura: dal mercoledì alla domenica – Orario:11-13 e 17-24.